Di nuovo proteste in Egitto: 2 morti e 18 feriti Trema ancora la Siria e Israele attacca Gaza

Notte di fuoco a Il Cairo: centinaia di migliaia in piazza Tahrir per chiedere un governo civile e un processo a Mubarak. L'esercito spara, i manifestanti danno fuoco a un bus. In tutta la Siria sono morte 32 persone negli scontrio, ma il governo accusa "sabotatori e cospiratori". 18 vittime a Gaza dopo i raid israeliani

Di nuovo proteste in Egitto: 2 morti e 18 feriti 
Trema ancora la Siria e Israele attacca Gaza

Nonostante la cacciata di Mubarak e le concessioni di Assad, le strade siriane ed egiziane sono prese d'assalto dai manifestanti. A Il Cairo, a due mesi dalle rivolte che hanno portato alla fine di un regime trentennale, il popolo non è soddisfatto dell'esercito che ha preso il potere in quello che dovrebbe essere un governo di transizione e chiede a gran voce un processo per l'ex presidente. In Siria, intanto, continuano le proteste a Daraa e nelle principali città. Intanto Israele è tornato a bombardare la Striscia di Gaza.

Scontri in Egitto Torna ad infiammarsi piazza Tahrir, simbolo della rivoluzione anti Mubarak. Centinaia di migliaia di persone hanno infatti manifestato a Il Cairo - nel giorno che hanno ribattezzato come il venerdì della "purificazione e del processo" - per chiedere che l'ex leader, la sua famiglia e il suo entourage vengano processati. A loro si sono uniti anche diversi ufficiali in uniforme. "Vogliamo un governo civile. Vogliamo che i corrotti siano processati, non semplicemente far applicare la legge alla gente ordinaria", hanno chiesto gli ufficiali. I manifestanti li hanno accolti, ma il gesto non è piaciuto ai circa 300 soldati che sono entrati nella piazza aggredendo gli insorti con bastoni e sparando in aria. Circa 200 persone sono fuggite e si sono rifugiate in una moschea vicina. Le truppe hanno circondato l'edificio e gli spari si sono sentiti per ore. I dimostranti nella moschea hanno detto che molti dei presenti sono stati feriti, alcuni anche da colpi d'arma da fuoco. Gli scontri sono andati avanti per tutta la notte. Poi un autobus per il trasporto di truppe ha preso fuoco e alcune ambulanze sono arrivate sulla piazza che è stata completamente sigillata dalle forze armate anche con filo spinato. Fonti ospedaliere parlano di 2 morti e 15 feriti. Il ministero della Salute, che iniziamente aveva negato le vittime, ha poi confermato che ci sono stati almeno un morto e 71 feriti. Oggi qualche centinaio di insorti sono tornati in piazza Tahrir per chiedere le dimissioni del capo dell’esercito, il maresciallo Hussein Tantaui. La polizia li ha subito dispersi con lacrimogeni.

Venerdì nero in Siria Almeno 32 persone sono morte negli scontri scoppiati durante le manifestazioni organizzate in diverse città della Siria, secondo quanto riferisce il gruppo siriano per i diritti umani National Organization for Human Rights. Almeno 25 persone sono morte a Daraa, nel sud del Paese, epicentro della rivolta. Ammar Qurabi, a capo dell'organizzazione, sostiene che altre tre persone sono state uccise nella centrale città di Homs, tre a Harasta, un sobborgo di Damasco, e una a Douma, un altro quartiere periferico della capitale. Intanto la televisione di Stato siriana ha riferito che 19 tra poliziotti e agenti delle forze di sicurezza sono stati uccisi a Daraa. La tv di stato ha parlato invece di "sabotatori e cospiratori" che si sarebbero infiltrati nelle proteste e avrebbero "sparato contro i residenti e le forze di sicurezza". L'emittente ha quindi mostrato immagini di diversi uomini mascherati intenti a sparare. "È la prova - ha commentato il conduttore - che vi sono soggetti che vogliono creare l’inferno in Siria". Oggi gli scontri si sono spostati a Latakia, il principale porto del Paese, dove le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco su centinaia di dimostranti che stavano partecipando a un
raduno di protesta e stavano invocando riforme democratiche quando sono stati attaccati. 

Israele bombarda Gaza Alta tensione tra Israele e Hamas. Il movimento islamico ha invocato l’inizio di una terza Intifada in Cisgiordania dopo quelli che ha bollato come "crimini di guerra" di Israele. In un comunicato dai toni minacciosi, Hamas ha accusato il governo israeliano per l’escalation che ha portato al lancio di razzi sul sud di Israele e ai durissimi raid di rappresaglia che hanno fatto decine di morti in pochi giorni. Di qui l’invito ai palestinesi della Cisgiordania, che vivono sotto l’Anp del presidente Abu Mazen, a rivoltarsi contro gli israeliani.  Toni duri anche da Israele: il ministro dell’Educazione, Gideon Saar, ha avvertito che il suo Paese non
tollererà più lanci di razzi dalla Striscia di Gaza e continuerà a bombardare l’enclave palestinese finchè non cesseranno. Raid aerei israeliani e granate sparate dai carri armati hanno colpito oggi la Striscia di Gaza, facendo quattro morti. In tutto, sono 18 le persone uccise nella Striscia e oltre 65 i feriti, dopo la rappresaglia iniziata a causa di un razzo palestinese che ha centrato uno scuolabus nel sud del Paese ferendo due persone. Durante la notte tre militanti di Hamas sono stati uccisi da due missili che hanno colpito un veicolo vicino a Rafah, nel sud della Striscia. Tra le vittime c'è anche un comandante dell'organizzazione, Tayser Abu Snima. Questa mattina poi, è arrivata la notizia di un uomo morto a Gaza a causa di un bombardamento di un tank.

Le forze armate israeliane hanno confermato il primo attacco, non ancora il secondo, e hanno fatto sapere che dalla Palestina sono stati lanciati oggi oltre 15 missili arrivati vicino alle città di Ashdod, Ashkelon e Beersheba.

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