Nuti in coma dopo l'’intervento. I medici: "Dobbiamo aspettare"

L’attore toscano è all’Umberto I. Resta dubbia la causa del male

«Condizioni critiche, ma stazionarie». Non può sbilanciarsi Maurizio Dal Maso, il direttore sanitario del Policlinico Umberto I dove Francesco Nuti è ricoverato da sabato pomeriggio, per un’emorragia cranica. Sembra che all’origine del malore dell’attore e regista toscano ci sia un incidente domestico. Nuti, 51 anni, sarebbe caduto in casa battendo la testa su una superficie dura e sarebbe rimasto disteso parecchio tempo prima di essere soccorso dalla sua donna delle pulizie e trasportato d’urgenza al Policlinico. Un’altra ipotesi è che l’ematoma abbia iniziato a formarsi qualche giorno fa quando l’attore, giocando una partita a calcetto a Prato - la città dov’è nato e dove vivono i suoi familiari - era scivolato battendo la testa. «Le sue condizioni dipendono da quanto tempo è trascorso dalla caduta al momento dell’intervento», ha spiegato Dal Maso. Nuti è stato in sala operatoria per diverse ore, i medici sono riusciti ad arginare il versamento di sangue. «Per ora è in coma farmacologico, le prossime 24 ore saranno determinanti».

Accanto a lui in ospedale ci sono la madre e anche l’ex compagna Annamaria Malipiero, protagonista della soap Vivere. La Malipiero - che con Nuti ha avuto la piccola Ginevra - è arrivata da Milano non appena ricevuta la notizia del ricovero, e ora è lì che fa avanti indietro tra la casa e l’ospedale, non si sente di rilasciare interviste ma tramite il suo ufficio stampa ci dice: «Bisogna essere fiduciosi. Lui è forte, ce la farà».

Appena due mesi fa Nuti aveva incontrato i giornalisti per dire che finalmente si sentiva in forma e voleva tornare a lavorare, reagire alla dipendenza dagli alcolici di cui è vittima da quasi vent’anni e che l’aveva trasformato, da re della risata, in una pietosa maschera tragica. Se agli inizi riusciva a girare lo stesso i suoi film, nel 2003 la situazione era precipitata. I produttori gli avevano chiuso le porte in faccia e lui, pur di tornare a lavorare aveva minacciato il suicidio. Nell’aprile di quell’anno i vigili del fuoco erano entrati nel suo appartamento, allertati da un amico, e lo avevano trovato sul letto semisvenuto. Dopo quell’incidente Nuti aveva chiesto di essere aiutato a sconfiggere la sua dipendenza. Ma non servì a molto, nel giugno del 2004 fu protagonista di un nuovo tristissimo episodio, presentandosi a una conferenza stampa fuori di sé per i postumi di una sbornia. Doveva illustrare al presidente dei Verdi Pecoraro Scanio la sua proposta di legge a sostegno del cinema italiano, ma era arrivato in ritardo e quasi non riusciva a parlare: «Mi faccio di vino», aveva biascicato fra il dispiacere dei presenti. E arriviamo al gennaio di quest’anno, in Val d’Aosta, quando gli è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.

Ora, fra chi gli augura una pronta guarigione c’è il ministro Pecoraro Scanio, ma anche gli amici ospiti alla Mostra del Cinema. Quando la notizia del ricovero si è diffusa, nelle sale di proiezione come ai tavoli dei ristoranti del Lido non sono mancate scene di commozione .

«L’ho visto due mesi fa, non stava benissimo ma aveva sempre quella sua forza ironica», ha detto il press agent Enrico Lucherini, che in passato aveva seguito il lancio di molti film di successo di Nuti. «Mi dispiace moltissimo quanto gli sta accadendo. Speriamo tutti che la sua fibra toscana vinca. E anche, sinceramente, che sia l’ultima volta che si trovi a combattere così duramente».

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