Gli Oasis di nuovo insieme. E questa volta lo dicono loro

Sono passati esattamente trent'anni dall'uscita dell'album di debutto. Ritratto di due fratelli litigiosi

Gli Oasis di nuovo insieme. E questa volta lo dicono loro
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Si sono messi insieme e si sono lasciati. Si sono presi bene e presi male. In un'occasione, si sono pure presi a cazzotti. Probabilmente più d'una, essendo nati e cresciuti nella stessa famiglia. Ci riferiamo a Noel e Liam Gallagher, gli ultimi fratelli terribili del rock'n'roll, la coppia di Manchester che, nella migliore tradizione del pop, ha scalato le classifiche di mezzo mondo partendo da origini ostentatamente proletarie e facendo del nome Oasis un vero e proprio marchio di fabbrica.

È delle ultime ore la notizia di un loro ritorno sulle scene, una reunion più volte favoleggiata e mai realizzata. Non è una bufala, essendo stata annunciata dagli stessi Oasis sui loro profili social ufficiali.

Di coppie di fratelli nella storia del rock se ne sono avute varie e, quasi sempre, le loro vicende sono state all'insegna della forte conflittualità. Johnny e Dorsey Burnette, gli Everly Brothers, Angus e Malcolm Young degli AC-DC, per citarne alcuni: la convivenza forzata in nome di un successo travolgente ha immancabilmente creato inimicizie e scontri di personalità.

Noel e Liam Gallagher, a trent'anni dall'uscita dell'album di debutto, Definitely Maybe (29 agosto 1994), sembrano piuttosto una versione aggiornata dei battibeccanti Ray e Dave Davis, l'anima stessa dei Kinks, la band più temuta dagli organizzatori di eventi inglesi della seconda metà degli anni '60 per le loro intemperanze. I cinque anni di differenza tra i due fratelli Gallagher, un cognome che tradisce la probabile discendenza irlandese della famiglia, elemento non certo raro per la cittadinanza di Manchester e Liverpool Harrison, McCartney e Lennon ne sono l'esempio classico fin dall'inizio del loro sodalizio artistico hanno tracciato una direzione mai più abbandonata: il leader era Noel, il più vecchio dei due, nonostante il bello, ovvero il ragazzo-copertina, fosse Liam. La contrapposizione tra l'aspetto più angelico di Liam e quello più truce di Noel, insieme alle dichiarazioni pubbliche dei due fratelli, spesso contrastanti, ha inciso nell'immaginario dei fan un quadro alquanto singolare dei loro beniamini. La presenza di un padre violento, attaccato alla bottiglia, e l'amore di una madre vero faro della famiglia sono a loro volta un elemento classico della formula del successo in un ambiente saturo di proposte come quello musicale d'Oltremanica dei primi anni '90. I due ragazzi, negli anni difficili della crescita, si sono messi nei guai con la giustizia parecchie volte. Noel, in particolare, si è reso protagonista di furtarelli e risse con gli ultras del Manchester City: un archetipo del ragazzaccio di borgata. Per ovvie ragioni, il primo a mettersi in luce nel mondo del pop è stato proprio Noel, anche perché è principalmente a lui che si deve la direzione musicale degli Oasis: un rock semplice, chitarristico, figlio dell'esperienza punk e new wave del Regno Unito, improntato su armonie vocali che ricordano tanto gli anni '60, con i Beatles a fare da perenni numi tutelari e la voce di Liam che, seppur ispirandosi ai toni gutturali di John Lennon fin quasi all'imitazione, ha finito per essere una peculiarità immediatamente riconoscibile.

A distanza di trent'anni, suona strano ricordare che uno dei primi ad apprezzare lo stile e l'atteggiamento sfrontato dei due fratelli, sia stato Richard Ashcroft, cantante e fondatore dei Verve (a loro volta di Manchester), al tempo già un nome di tutto rispetto in patria. In fondo, il look di Ashcroft e quello di Liam Gallagher non erano così diversi. Ma, laddove Ashcroft aveva un portamento da intellettuale scapigliato, i fratelli Gallagher hanno fin dal principio fatto leva su un frasario da scaricatori di porto che li ha inevitabilmente messi in contrapposizione ancora una volta più mediatica che reale con i londinesi Blur, meno aggressivi e grezzi.

Ovviamente ad adorare tale dicotomia e la relativa spaccatura tra i fan erano soprattutto i tabloid. E le due parti in causa non hanno fatto nulla per spegnere tale competizione presunta, in stile Beatles e Rolling Stones anni '90: la sola, autentica differenza sta nel fatto che Fab Four e Stones si frequentavano spesso mentre non credo che tra i fratelli Gallagher e Damon Albarn e soci sia mai corso buon sangue.

Il primo album degli Oasis, Definitely Maybe, è stato uno dei dischi di maggior successo del periodo, trainato dal singolo Supersonic, certo non una perla di genialità creativa ma orecchiabile e sfacciato al punto giusto.

Ma è stato con i successivi (What's the Story) Morning Glory (1995) con gli iconici singoli Wonder Wall, Don't look back in anger e Roll with it, quest'ultimo una sorta di tributo non detto ai quattro baronetti di Liverpool e Be Here Now (1997) forte di All Around the World, una semplice quanto splendida ballata che strizza l'occhio alla psichedelia melodica britannica che la fama della band ha assunto proporzioni planetarie.

Ora la reunion sul palco. Magari pure un disco nuovo?

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