Obama non va a Ground Zero e fa arrabbiare l’America

Il presidente celebrerà l’anniversario della strage al Pentagono. Molte le critiche: «Dopo il sì alla moschea, ha paura di essere fischiato». A New York ci sarà Biden

Obama non va a Ground Zero e fa arrabbiare l’America

New YorkLa sua popolarità continua a precipitare: soltanto il 42% degli americani approva il suo operato. Così il presidente Barack Obama anche quest’anno ha deciso di evitare la commemorazione delle vittime dell’11 settembre a Ground Zero, suscitando polemiche da parte di repubblicani e conservatori. «È un affronto e un insulto ai familiari delle vittime, per il secondo anno di fila non ha il coraggio di venire a New York a commemorare quei poliziotti e pompieri che hanno sacrificato la propria vita contro il terrorismo, una scelta poco presidenziale dettata dalla paura di essere contestato dalla maggior parte dei newyorchesi e degli americani che non amano affatto le sue scelte politiche, come quella a favore della costruzione di una nuova moschea a due passi da ground zero». A parlare è Newt Gingrich, ex speaker del congresso ritornato all’apice della sua popolarità per i suoi quotidiani attacchi contro il presidente alla radio e in televisione.
«Parla bene, sempre a favore del politically correct, poi razzola male, è un codardo che non ha il coraggio di affrontare decine di migliaia di newyorchesi e americani che lo avrebbero contestato e fischiato duramente a Ground Zero per le sue uscite sempre a favore dell’islam, come l’ultima di dare il via libera a una nuova moschea dove a pochi passi dieci fanatici musulmani hanno ammazzato quasi tremila americani inermi». È quanto scrive il New York Post, forse il quotidiano americano più anti-Obama, che sta registrando un successo di pubblico e di vendite record per gli attacchi al presidente democratico sulla sua mancanza di leadership (perquanto riguarda il disastro della piattaforma petrolifera Bp nel Golfo del Messico), per le continue aperture verso il mondo islamico radicale e il rifiuto a usare il pugno di ferro verso Stati canaglia come l’Iran e la Corea del Sud che si avviano a diventare potenze nucleari.
Il Daily News, l’altro giornale conservatore di New York, con più sarcasmo ha definito la decisione di Obama di disertare la commemorazione dell’11 settembre a Ground Zero come la «politica di un pollo», ossia di uno che ha paura, che è ormai lontano anni luce dagli umori e dallo spirito del popolo americano. «È arroccato alla Casa Bianca, si circonda di liberal come lui e parla soltanto dove il pubblico gli è amico, a Ground Zero sarebbe stato sommerso da proteste e fischi: una protesta diretta e democratica della stragrande maggioranza degli americani stufi e delusi delle sue politiche economiche fallimentari e delle sue uscite politically correct che piacciono soltanto agli intellettuali di sinistra e liberal come lui», ha rincarato la dose ieri il Daily News. Che con una quotidiana e martellante campagna anti-Obama, ribattezzato con toni tra il faceto e il serio «il nuovo messia», sta facendo concorrenza nella Grande Mela al prestigioso New York Times, in difficoltà con le vendite e le entrate pubblicitarie e di conseguenza con un passivo che sfiora i 300 milioni di dollari, sempre accomodante e acritico con Barack Obama.
«Prima l’uscita politica a favore della nuova moschea a due passi da Ground Zero, ora il secondo grande rifiuto di venire a ricordare le vittime dell’11 settembre: il presidente Obama si muove politicamente come un principiante e in modo molto arrogante, si è completamente isolato dalla realtà e dagli umori degli stessi americani che lo hanno eletto», ha spiegato ieri quasi divertito Bill O’Rielly, il commentatore politico più famoso d’America (il suo show su Foxnews è il più seguito dagli americani, ha indici d’ascolto record).


«Obama riesce con le sue uscite da professorino universitario a scontentare tutti anche gli stessi democratici: un buon 25% di quelli che lo hanno votato non lo rieleggerebbero affatto; non sono per niente contenti delle sue scelte in politica economica e delle sue aperture verso l’islam anche quello radicale, esattamente come sembra il gruppo di imam e di finanziatori musulmani, quasi tutti occulti, i quali hanno un passato di interventi e scritti al vetriolo contro le operazioni americani in Irak e Afghanistan e di quasi giustificazione verso i terroristi-kamikaze che distrussero le Torri Gemelle e parte del Pentagono», ha spiegato ieri Sean Hannity, il quale vanta il secondo show radiofonico più seguito d’America grazie ai continui infortuni politici del presidente Obama.

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