GenovaNon siamo ancora alla pax fiscale ma qualche passo in avanti, per un rapporto un po più sereno tra nautica e Agenzia delle Entrate, è stato fatto. Dopo lennesima estate segnata dallequazione barca-evasore, alla vigilia del Salone, era arrivata la tanto sospirata circolare interpretativa in materia di applicazione dellIva alle attività di noleggio e locazione. E da qui, lunedì scorso, il convegno «Nautica e fisco. Un patto per la competitività», consueto appuntamento di Ucina sul tema, è inevitabilmente partito.
«Mi stupisce lentusiasmo con cui è stata accolto il nostro pronunciamento: in fondo abbiamo fatto solo il nostro lavoro», ha esordito Arturo Betunio, direttore della Direzione Centrale Normativa dellAgenzia delle Entrate, di fronte alla soddisfazione di Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, e dei costruttori presenti.
«Forse perché labbiamo aspettata tanto e perché finora siamo stati costretti a lavorare nellincertezza - ha controbattuto con schiettezza Lorenzo Selva, presidente di Icomia, la Rete mondiale delle Confindustrie Nautiche - e lunica vera novità che porta è quella sulla locazione».
Sollecitata da quesiti specifici della categoria, la circolare 43/E chiarisce quali sono i termini entro i quali il socio di una società di charter può noleggiare anche a se stesso lunità non altrimenti utilizzata; estende il regime di non imponibilità previsto dalla Ue a tutti i charter, anche quando non iscritti al Registro Internazionale, alle unità in trasferimento, alle prove in mare e pure alla fornitura di accessori e alle dotazioni di bordo; e appunto allarga i benefici finora concessi solo al noleggio (con equipaggio) e alla locazione (senza equipaggio).
«Siamo sulla strada giusta - ha commentato Albertoni - ma restano ancora due importanti capitoli aperti: un redditometro che consideri la nautica da diporto alla pari degli altri prodotti per il tempo libero e la necessità di avere regole fiscali equiparabili a quelle dei nostri competitor europei».
Daccordo sullesigenza di aiutare lItalia a essere più competitiva si è mostrato anche il sottosegretario allEconomia Alberto Giorgetti, che porterà le istanze degli imprenditori al tavolo di costruzione del Decreto Sviluppo, mentre sul medesimo punto uninattesa sponda è stata offerta pure dal francese Thierry Voisin, chairman del Tax & Laws Committee del Mediterranean Yacht Brokers Association, per il quale sono da ricondurre a regole europee comuni tutti i Paesi, compresa la Francia. Che, proprio nelle pieghe di una legislazione non uniforme, ha basato la sua politica concorrenziale.
Cè insomma un diffuso bisogno di serenità nel settore che, partito dagli addetti ai lavori, è ormai noto al mondo politico e condiviso da armatori e appassionati. Secondo l'indagine «La pratica del diportismo in Italia», commissionata da Ucina allIspo e presentata da Renato Mannheimer nel corso del convegno, più di sei proprietari di yacht su dieci rifiutano lequazione tra barca, ricchezza ed evasione fiscale.
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