Da oggi Genoa a porte chiuse

Quando Gasperini esce dagli spogliatoi per dirigersi a metà campo il suo sguardo è così truce che a un tifoso, presente sugli spalti, scappa la battuta: «Eccolo lì Gasp, ha ancora il sangue di Amelia sulla giacca!». Peccato che ieri a Pegli ci fosse poca voglia di scherzare. La sconfitta contro il Livorno ha lasciato il segno. Alle 14.50 tutti a rapporto dal tecnico per analizzare gli errori che sono costati al Genoa il quinto stop in campionato, forse il più inatteso considerando il modesto valore degli avversari. E da oggi, per ritrovare la concentrazione, allenamenti a porte chiuse fino al derby.
La squadra è scesa in campo pochi minuti prima delle quattro, quando sulle gradinate del «Signorini» iniziavano ad allungarsi le ombre della sera. Un timido applauso ha accolto Rossi e compagni sul terreno di gioco, dove si è finalmente rivisto Juric, mentre Esposito ha continuato a lavorare a parte per smaltire la lombalgia. Stop precauzionale per Amelia. Gruppo diviso in due: da una parte Russo, Tomovic, Bocchetti, Terigi, Sokratis, Milanetto, Juric, Modesto, Palladino, Figueroa, Sculli. Dall'altra Scarpi, Rossi, Moretti, Biava, Mesto, Fatic, Zapater, Criscito, Palacio, Floccari e Crespo. Inizio col brivido a causa di un pestone rimediato da Milanetto, che però si è subito ripreso. Da rivedere la formula del doppio attaccante (Floccari e Crespo) che difficilmente verrà testata nel derby. Alle 16.15 il tecnico ha fischiato la fine della partitella, mandando in palestra una parte della squadra. Sul prato sono rimasti Rossi, Biava, Moretti, Bocchetti che Gasperini ha impegnato in una lunga serie di esercitazioni contro gli attacchi sferrati da Mesto, Zapater, Sculli, Palacio e Crespo.
Come previsto il giudice sportivo ha squalificato Mesto per una giornata «per aver simulato di essere stato sottoposto ad intervento falloso in area di rigore avversaria» con un'ammenda di 1.500 euro.

Intanto un comunicato delle Ferrovie dello Stato denuncia quanto avvenuto domenica sul treno Intercity 538 Livorno-Ventimiglia, ad opera di 250 tifosi genoani: questi hanno occupato posti prenotati, hanno fumato in presenza di divieti, hanno danneggiato porte e spaccato segnaposti. Il treno è partito 30 minuti dopo; a Viareggio poi hanno provocato il ritardo di 50 minuti e uno di loro è salito sul treno in movimento costringendo il personale ad azionare il freno di emergenza.

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