
Alla fine di aprile lo staff di giardinieri del Labirinto della Masone a Fontanellato (Parma) di Franco Maria Ricci, dovrà dedicarsi intensamente ai 3 km dei 25 tipi differenti di bambù che lo rendono il dedalo più grande del mondo: «In genere, i labirinti nella storia sono realizzati in bosso» racconta appassionato Edoardo Pepino, 32 anni, direttore editoriale della casa editrice, della rivista FMR, nonché delle attività che rendono lo stesso Labirinto un polo attrattivo in varie fasi dell'anno. Incontrato nel Bistrò, in uno dei cortili della Masone, si è reso disponibile per uno scambio di battute: «Questo, invece, è in bambù: quando Ricci ne decise la costruzione era già malato: per fare in modo che potesse vederlo ultimato si decise di evitare il bosso». Peccato che il bambù abbia un curioso ritmo di crescita: «È fermo tutto l'anno, in maggio si alza di mezzo metro al giorno». Ma non è certo un problema: per gestire tutti i 7 ettari di campagna e poi i 5mila metri quadri di struttura espositiva che costituiscono la Masone non ci si può rilassare un attimo. Dice ancora Pepino, nipote di Franco Maria Ricci: «qui si pratica il culto del bello: oltre al Labirinto e all'esposizione delle 500 opere collezionate, dal XV secolo in poi, organizziamo delle mostre temporanee e vari appuntamenti». L'ultima, inaugurata il 28 marzo e aperta fino al 13 luglio, è dedicata all'artista romano Luigi Serafini, classe 49, famoso per il suo «Codex Seraphinianum». La mostra si intitola «L'uovo, lo scheletro, l'arcobaleno» e, a cura della Fondazione Franco Maria Ricci e dello stesso Luigi Serafini, fino al 13 luglio, ne descrive il percorso artistico. Una mostra che arriva anche per celebrare il decimo anno dalla nascita del Labirinto: del resto Ricci non ama le cose semplici. Fu lui a scoprire lo sconosciuto artista Serafini, che stava creando il suo personale Codex. Ovvero un vero e proprio Mondo, descritto, con una sua lingua inventata, nel Codex: «Serafini aveva bussato a molte porte - racconta Pepino - l'unico ad aprirgli fu Ricci». Nel 1981, pubblicò il Codex Seraphinianus. Oggi la prima edizione vale oltre 2mila euro. La mostra ripercorrere la carriera dell'artista, rispettando l'unica cronologia da Serafini mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex. Lo stile, nelle tre epoche, resta inconfondibile: tra figure dallo stile gotico, medievale e surreale si mischiano epoche, per crearne una nuova che non ha età.
L'opera serafiniana ha destato l'interesse di personaggi del calibro di Italo Calvino o di registi cinematografici come Federico Fellini e Tim Burton, per citare solo tre nomi, i cui contributi sono presenti in mostra. Oltre alle tavole che costituiscono il Codex accostate a sculture che permettono di vedere le pagine in 3d.Labirinto della Masone
Strada Masone 121, 43012 Fontanellato (Parma)
Tel: 0521/827081
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.