Omicidio nel metrò, Doina resta in carcere

Resta in carcere per omicidio volontario Doina Matei, la ventunenne romena accusata di aver ucciso Vanessa Russo, il 26 aprile scorso, conficcandole la punta dell’ombrello in un occhio. Lo ha stabilito ieri il Tribunale del Riesame di Roma presieduto da Francesco Taurisano che ha respinto l’istanza con la quale i difensori dell’indagata, Giuseppe De Napoli e Carlo Testa Piccolomini, avevano sollecitato la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare.
Nel corso dell’udienza, davanti al Tribunale del Riesame, i difensori di Doina Matei avevano puntato sulla diversa qualificazione giuridica del fatto, sostenendo che quello di Vanessa Russo non è stato un omicidio volontario. Di diverso parere il procuratore aggiunto Italo Ormanni e Sergio Colaiocco, i quali avevano espresso parere negativo alla scarcerazione della romena.
Delusione da parte dei legali della Matei: «Ci aspettavamo una decisione diversa dal Tribunale del riesame, quantomeno per quanto riguarda la qualificazione giuridica del fatto contestato - ha dichiarato De Napoli -. A nostro avviso il quadro indiziario lascia presupporre che l’episodio occorso nella metropolitana di Roma possa essere ricondotto in uno schema sostanziale di fattispecie non dolosa». De Napoli ha reso noto che la difesa ha deciso di insistere «nelle sedi successive per dimostrare che la condotta della nostra assistita non è sotto la fattispecie dell’omicidio volontario». «Non è stata un’aggressione - ha ribadito -, né una condotta che tendeva dolosamente a ferire la ragazza».
Vanessa Russo morì nel pomeriggio del 27 aprile scorso all’Umberto I. Il giorno precedente era stata ferita mentre scendeva dalla stazione della metropolitana Termini della linea B. Fu colpita all’occhio sinistro con la punta di un ombrello sulla banchina. Immediatamente soccorsa, fu portata al policlinico dove fu ricoverata in prognosi riservata.
Secondo l’accusa, Vanessa Russo stava per uscire dal vagone quando ci sarebbe stato un violento diverbio, continuato fuori dal convoglio. Due le ragazze romene, Doina Matei e una di 17 anni, che fuggirono, riprese dalle telecamere a circuito chiuso dalla metropolitana. Entrambe riconosciute come prostitute, furono arrestate il successivo 29 aprile a Tolentino, un paesino nelle Marche. Per entrambe, il giorno dopo, fu emesso il provvedimento di fermo. A Doina fu contestato il reato di omicidio volontario, alla minorenne quello di concorso morale in omicidio volontario. La carcerazione per entrambe fu confermata successivamente dal gip del tribunale di Roma e da quello del tribunale per i minorenni della capitale.


Giovedì scorso la 17enne era stata scarcerata dai giudici del tribunale del riesame per i minorenni; non così Doina Matei, per la quale ieri mattina il tribunale ha confermato sia la custodia in carcere, sia l’accusa di omicidio volontario che gli era stata contestata da Italo Ormanni e Sergio Colaiocco.

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