Poteva perdere l'occasione? Ovviamente no. E così, com'era prevedibile, ha trasformato l'ultima puntata di Annozero – e la sua ultima apparizione sugli schermi della Rai – nell'ennesimo comizietto a suo uso e consumo. Dopo aver salutato il pubblico Santoro è partito subito in quarta, rivolgendosi al presidente della Rai Paolo Garimberti. "Io sono artefice del mio destino, ma chi è il vero artefice del destino della Rai? Io sono un giornalista della Rai, ho cominciato più di trenta anni fa in uno studio di Napoli...". "Io sono della Rai. Ma il consiglio di amministrazione della Rai è della Rai?"... "La dignità del lavoro viene prima di tutto". Dopo più di dieci minuti che stava parlando, nella cosiddetta "anteprima" della puntata (prima della sigla iniziale), ha affrontato il tema che lo riguarda. Quello che tutti si aspettavano. "Io non voglio più essere in onda perché decidono i giudici. Se avessi vinto in Cassazione sarebbe stata una sconfitta, perché sarei rimasto in onda perché graziato dalle toghe rosse. Ho fatto un accordo, che metteva fine alla vicenda giudiziaria. Ma in questo accordo c'è scritto che Santoro può continuare a collaborare con la Rai. Anche da domani... mi piacerebbe che lei (Garimberti, ndr) la facesse questa discussione nel consiglio di amministrazione. Vorrei capire se questa trasmissione la volete o non la volete. Io non ho ancora firmato con nessuno". Poi lancia la sua sfida: nell’accordo con la Rai "è scritto che Santoro può continuare a collaborare" con l’azienda, e questo "anche da domani, attenzione colleghi anche da domani. Mi piacerebbe che lei facesse questa discussione in Consiglio e vorrei capire se questa trasmissione la volete oppure no. Io non ho ancora firmato con nessun editore e posso collaborare e riprendere con questo programma anche a costo di un euro a puntata".
L'attacco a Masi e la sfida alla Lei "Masi non solo non sapeva fare un bicchiere, ma non era artefice di niente - attacca Santoro -. Ora abbiamo un dg che vorrebbe essere artefice di tutto. Ma ha un problema: deve prendere le distanze dal conflitto di interesse. C’è una cosa che ha urtato la mia sensibilità - ha aggiunto Santoro - voi dicevate che ero in onda per giudici, ma mentre Annozero incassava milioni di euro, questi erano spesi da avvocati per portarmi in tribunale fino in cassazione. Poi provvedimenti disciplinari, circolari, dall’ interno dell’azienda e coordinate con l’Agcom. Ma Napolitano, ci rendiamo conto dello scandalo mondiale: l’arbitro della comunicazione espresso dai partiti? Si può resistere all’Agcom - ha detto ancora -, ma il problema è che non si può sempre resistere".
Le voci sul passaggio a La7 Santoro provocatoriamente si è chiesto se il cda sia della Rai, visto che con le voci della sua possibile uscita verso La7 il titolo di TMedia ha guadagnato il 20 per cento in borsa "seppellendo in un giorno le illazioni sul vero valore di questa trasmissione e sui nostri guadagni".
"Io, figlio di un macchinista" Il conduttore a un certo punto ha ricordato di essere figlio di un macchinista delle Ferrovie che ha mandato cinque figli all’Università: "La vostra visione è che i ricchi devono fare la carità ai poveri. Per me è che la dignità del lavoro è condizione di libertà: e quando si attaccano quelli come me che da figli di macchinisti sono arrivati dove sono si impedisce a persone come mio padre di avere un sogno". Santoro ha criticato quindi i vertici Rai che lo hanno portato fino in Cassazione, spendendo anche parte dei soldi entrati grazie alla pubblicità del programma ed è tornato a criticare l’Agcom, rivolgendosi al presidente Napolitano: "Siamo l’unico Paese al mondo dove l’arbitro è espressione dei partiti e lottizzato dai partiti".
Bersani: Santoro è come Cassano "Il problema non è Santoro, è la Rai. Perchè un campione del pallone da qualche parte gioca...". Così Bersani ha commentato l’addio di Santoro alla Rai. Prediligendo la metafora calcistica Bersani ha aggiunto che "può andare via Cassano, può andare via Pazzini, ma poi devono spiegarmi come fa una squadra a restare in serie A".
La puntata sul referendum "L'esito del referendum può determinare il futuro del governo Berlusconi? La maggioranza andrà in crisi o riuscirà a tagliare le tasse e riformare la giustizia? Annonuovo è il titolo dell'ultima puntata di Annozero.
Ospiti in studio il leader del Partito democratico Pier Luigi Bersani, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro e il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Castelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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