Lactalis "a seguito del mutato quadro normativo successivo all’acquisto della propria partecipazione del 28,969 per cento in Parmalat" e per "realizzare un rilevante progetto industriale", ha promosso un’offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità di azioni Parmalat a 2,60 euro per azione. Dopo l’annuncio, il titolo del gruppo italiano è corso velocemente ad allinearsi al prezzo dell’offerta fatta da Lactalis.
Il lancio dell'opa su Parmalat "Noi abbiamo un progetto di crescita ambizioso per Parmalat: farne il gruppo italiano di riferimento nel latte confezionato a livello mondiale, con sede, organizzazione e testa in Italia", ha dichiarato il presidente di Lactalis, Emmanuel Besnier. "Nel contesto competitivo attuale" è "importante" per Parmalat raggiungere dimensioni significative "tali da poter sviluppare brand globali". A tal fine, Lactalis valuterà l’opportunità di far confluire in Parmalat le proprie attività europee nel settore del latte confezionato, tra le quali quelle detenute in Francia e in Spagna. Il progetto industriale di Lactalis prevede la valorizzazione di Parmalat a livello internazionale, grazie alla forte complementarietà tra i due gruppi sia a livello geografico che di prodotto. Inoltre, l’espansione nei mercati in forte sviluppo quali Brasile, India, Cina, nei quali entrambi i Gruppi ad oggi hanno una limitata presenza, potrebbe essere perseguita in modo più efficace attraverso un intervento congiunto.
Il rispetto dell'italianità "Il gruppo Lactalis - aggiunge la nota - ribadisce la sua volontà di sviluppare il proprio piano nel rispetto dell’italianità di Parmalat, mantenendo la sede in Italia, salvaguardando gli asset produttivi, i dipendenti e la filiera italiana del latte, nell’interesse dell’economia del territorio". Le azioni oggetto dell’offerta sono complessivamente pari a 1,298 miliardi per un controvalore di 3,375 miliardi di euro. Il prezzo offerto incorpora un premio del 21,3 per cento circa rispetto al prezzo di borsa delle azioni di Parmalat degli ultimi dodici mesi e del 33,6 per cento rispetto al Enterprise Value per azione degli ultimi dodici mesi. Lactalis "intende mantenere Parmalat quotata alla Borsa di Milano e procederà, se necessario, al ripristino del flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni". Insieme al gruppo di Collecchio, Lactalis punta a realizzare un giro d’affari pro forma di circa 14 miliardi diventando il primo gruppo mondiale nei prodotti lattiero-caseari.
Berlusconi: "Non è un'opa ostile" Sul caso Parmalat "ho una mia posizione personale, vengo da una storia imprenditoriale e gli Stati possono intervenire solo quando si tratta di settori che mettono a rischio la loro sicurezza. Per tutto il resto la concorrenza deve essere libera". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa congiunta con il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che segue il vertice tra i due Paesi. "L'auspicio comune - aggiunge Berlusconi - è che grandi gruppi italo-francesi possano muoversi bene nella competizione globale". Secondo il premier italiano, la forza dell'Italia "sono le piccole e medie imprese. In Francia - prosegue Berlusconi - ci sono 1.800 piccole medie imprese italiane e ricordiamo che le nostre esportazioni in Francia sono superiori alle esportazioni dei francesi in Italia". "Non considero l'Opa di Lactalis ostile. E' singolare - spiega Berlusconi - che sia stata lanciata questa mattina nel giorno del nostro incontro, ma escludo proprio per questo che ci potesse essere consapevolezza da parte del governo francese di questa sovrapposizione, tra il vertice e l'annuncio dell'operazione".
Sarkozy: vantaggio per entrambi "Creare gruppi franco italiani è un gran vantaggio per noi e per l'Italia. Noi abbiamo parlato di Lactalis e Parmalat. Abbiamo deciso di lavorare ad una soluzione comune, con la collaborazione dei ministri competenti e dei nostri collaboratori, sulla creazione dei grandi gruppi franco italiani". "La Francia - ha detto Sarkozy - sarà molto felice di appoggiare Mario Draghi alla presidenza della Bce. Non lo appoggiamo solo perché è italiano ma perchè è un uomo di qualità".
La Cgil subito all'attacco "Questo è il limite di un governo che ha negato, in tutto questo periodo, l’esistenza di una politica industriale e che ha pensato che sul piano della finanza si risolvessero i problemi", ha commentato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
"E' indubbio - ha spiegato il leader sindacale, a margine di un’assemblea regionale dei delegati della Cgil Emilia Romagna in corso a Bologna - che questa scelta che rischia di essere l’unica possibile data la situazione e la debolezza e l’inesistenza delle cordate italiane rischia di dare l’ennesima dimostrazione - ha concluso - che la grande industria alimentare è sempre meno italiana".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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