Ora Boffo smentisce Chi: "Mai rilasciato interviste" Signorini: confermo tutto

Il settimanale annuncia il colloquio con alcune anticipazioni: "La questione non finisce qui e avrà pesanti conseguenze anche sul fronte politico". Ma l'ex direttore di Avvenire smentisce categoricamente: "Vicenda grottesca". Signorini: "Il colloquio c'è stato"

Ora Boffo smentisce Chi: 
"Mai rilasciato interviste" 
Signorini: confermo tutto

Milano - "La questione non finisce qui e avrà pesanti conseguenze anche sul fronte politico". Dino Boffo rompe il silenzio e torna sulle sue dimissioni da Avvenire in un’intervista al settimanale Chi domani in edicola di cui è stata fornita un’anticipazione. Ma a stretto giro arriva la smentita: "Non ho mai parlato con Chi né con altri giornali. Quelle che mi si attribuiscono sono dichiarazioni semplicemente grottesche: smentisco nel modo più categorico di aver rilasciato in questi giorni una qualsiasi intervista a Chi o a qualunque altro giornale". Quindi puntuale la contro-smentita di Signorini: "Confermo tutto".

Le dichiarazioni "Berlusconi sostiene di non avermi mai conosciuto? Non è vero. Ricordo molto bene il nostro incontro" si sfoga Boffo. E poi aggiunge: "La cosa più assurda è che per 15 anni ho sempre sostenuto Berlusconi, il suo governo e molte sue linee politiche. Ho una formazione moderata, eppure in queste settimane sono diventato un’icona della sinistra. E pensare che sono entrato in rotta di collisione anche con Rosy Bindi perché non rappresentavo l'ala sinistra dei cattolici".

La bufera Boffo non si dà pace di come abbia potuto verificarsi la tempesta che lo ha travolto. "Se anche fosse vero tutto quello che è stato scritto su di me, io mi chiedo: era eticamente lecito pubblicarlo? Ho parlato con molti dirigenti del Pdl e tutti mi hanno assicurato che la questione è volata sulle loro teste. Ma come è possibile? Come è possibile che per sei giorni di fila, prima delle mie dimissioni, nessuno abbia potuto fermare lo stillicidio mediatico?". Infine, Boffo confida il suo dolore più grande: "Quello che non perdono è che si sia fatto del male ai miei genitori che sono anziani e che hanno pieno diritto a vivere sereni".

La smentita "Venerdì 4 ottobre - ha spiegato Boffo - dietro sua insistenza, ho accettato di parlare al telefono con il direttore Signorini dal quale nei giorni precedenti era venuta una singolare dichiarazione di solidarietà e questo mi disse che era stato richiamato dal suo editore. Immediatamente - ha proseguito l’ex direttore di Avvenire - precisai che se mai avessi deciso di parlare con qualche giornale non avrei certo potuto farlo con una testata riconducibile al gruppo che mi aveva massacrato. Egli insisteva per avere elementi onde fare un servizio di 'riparazione' e io gli dissi che poteva rivolgersi a chiunque del suo mi conoscesse o del mio mondo che lui conosce". Insomma, si è sfogato Boffo, "quelle che mi si attribuiscono sono dichiarazioni semplicemente grottesche sull’attendibilità delle quali ognuno può giudicare da sè. Vorrei solo ricordare - ha puntualizzato ancora - che l’atto temerario condotto da Feltri-Sallusti ha preso le mosse per loro dichiarazione da quanto scritto su Avvenire"».

Signorini: "Confermo tutto" Il direttore di Chi, Signorini, conferma "dalla prima all’ultima parola" la conversazione avuta con l’ex direttore di Avvenire". Signorini precisa - attraverso un comunicato - che nel lancio della notizia non si parla di un’intervista ma di "una conversazione al telefono, così come riportato correttamente dalle altre agenzie di stampa".

"«Non sono sono mai stato richiamato dal mio editore - prosegue Signorini - per la solidarietà manifestata a Boffo, né ho mai detto di esserlo stato. Comprendo il duro momento psicologico del collega e posso capire la sua reazione, ma confermo quanto della nostra conversazione telefonica ho riportato su Chi, dalla prima all’ultima parola".

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