La batosta subita in South Carolina brucia ancora. Ma non c'è tempo da perdere e così Mitt Romney prova a tamponare la falla e passa al contrattacco, con un'azione a tenaglia: da un lato l'operazione trasparenza (finalmente!), divulgando la propria dichiarazione dei redditi, come chiedevano i suoi avversari e la Casa Bianca. Dall'altro tirando fuori le unghie per graffiare il più possibile l'uomo che non solo l'ha battuto nel "Palmetto State", ma anche umiliato: Newt Gingrich. Ma andiamo per ordine...
Quanto guadagna Romney
Le carte saranno rese pubbliche in giornata ma il Washington Post le anticipa, indicando un reddito di 21,7 milioni di dollari nel 2010 e 20,9 milioni nel 2011. Denaro che proviene esclusivamente da investimenti finanziari. Ovviamente per "entrate" di questo genere la tassazione prevista è del 15%, come stabilito dalla legge varata nel 2003 da George W. Bush, che ha abbassato l'aliquota precedente (28%). Particolare curioso: l'ex governatore del Massachusetts e sua moglie Ann hanno versato più denaro in beneficenza di quanti ne abbiano pagati al Fisco: negli ultimi due anni hanno dato 7 milioni di dollari in beneficenza, compresi 4,1 milioni alla chiesa mormone di cui fanno parte. Nel 2010, invece, il candidato "moderato" del Gop ha pagato 3 milioni di tasse (aliquota 13,9%) e per il 2011 si stima che ne pagherà 3,2 milioni (aliquota 15,4%). "Vedrete il mio reddito, quante tasse ho pagato, quanto ho versato in beneficenza", ha detto ieri sera Romney in un dibattito a Tampa, in Florida, dove si voterà per le primarie il 31 gennaio. "Pago tutte le tasse legalmente richieste e non un dollaro di più - ha aggiunto - non credo che vorreste un candidato presidente che paga più tasse del dovuto". Dopo la polemica per i soldi nel paradiso fiscale delle isole Cayman, nella dichiarazione del 2010 spunta anche un conto in Svizzera per un'operazione finanziaria. Conto chiuso in quello stesso anno da Romney...
Cosa dirà ora Gingrich, che come Obama dà più soldi di Romney allo Stato? Di certo non potrà cavalcare l'onda della protesta - ideologicamente di sinistra - contro chi paga così poco di tasse rispetto a un lavoratore medio (la cui aliquota è intorno al 30%). Non può farlo, Gingrich, perché scatenerebbe la reazione rabbiosa di buona parte dell'elettorato repubblicano benestante a cui, giocoforza, deve chiedere il voto. Di certo la richiesta di fare chiarezza sulla situazione patrimoniale non solo era giusta ma addirittura sacrosanta. Si può mandare alla Casa Bianca un uomo che si vergogna a dire quanti soldi guadagna e quanto paga di tasse? Ovviamente no. Ed è difficile che Gingrich decida di andare avanti giocando la carta del "poverello", del Davide che sfida il super ricco Golia. Perché se vuole proseguire la corsa - e possibilmente battere Obama a novembre - dovrà impegnarsi di più nella raccolta fondi e mettere in cascina un bel po' di milioni di dollari da spendere sul territorio e nei costosi spot in tv.
"Newt? Fallito, lobbista e bugiardo"
Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. O almeno ci provano. Romney non può accontentarsi di rispondere colpo su colpo alle accuse. Così, dopo aver pubblicato la propria dichiarazione dei redditi, va all'attacco di Gingrich e lo accusa di essere un fallito, un lobbista e un bugiardo (guarda il video). L'attacco, ovviamente pianificato a tavolino, arriva nei primi minuti del duello tv in diretta sulla Nbc da Tampa (Florida); l'ex governatore del Massachusetts addita Gingrich come un corrotto, un lobbista, "un venditore ambulante di Washington", l'unico speaker della storia politica americana costretto a lasciare il suo incarico in seguito a scandali finanziari. Gli rinfaccia il suo contratto milionario con Freddie Mac, la madre dello scandalo dei mutui subprime che hanno devastato l'America. Newt, che secondo i sondaggi in Florida è avanti nove punti sul suo inseguitore, appare sorpreso da tanta veemenza. Cerca di replicare, dicendo che quelle di Romney sono tutte bugie. Poi cerca qualche battuta ad effetto, lui che è così bravo nella retorica. Ma questa volta non è facile. E, soprattutto, non può contare sul pubblico che applaude (c'è un preciso divieto) e scalda il clima trasformando il dibattito in un ring. E' solo, nudo di fronte alle accuse di Romney. E le sue risposte appaiono timide, impacciate, troppo sulla difensiva. Lontano l'exploit di Charleston, quando in diretta tv sulla Cnn, rispondendo alle incalzanti richieste del moderatore che gli chiedeva conto delle dichiarazioni della sua ex seconda moglie Marianne ("Newt voleva un ménage à trois") aveva fatto un efficace comizietto contro i media di sinistra che fanno di tutto per favorire Obama. Da accusato era diventato accusatore, conquistando il pubblico e, soprattutto, gli elettori. (Guarda una sintesi del dibattito-tv di Tampa).
Romney incerto sull'immigrazione
Partito benissimo nel dibattito Romney è poi scivolato sull'immigrazione. Ha parlato di "self-deportation", un imbarazzante neologismo con cui ha tentato di spiegare come rimandare a casa gli immigrati irregolari senza "deportarli": da un lato ha dovuto, giocoforza, fare il duro, per non essere indicato come la "brutta copia" di Obama. Dall'altro ha ipotizzato una forma alquanto anomala di fuga volontaria dal Paese da parte di chi non ha i documenti a posto. Su internet, soprattutto su Twitter, moltissimi commentatori hanno iniziato a "cinguettare" prendendo in giro l'autodeportazione. Insomma, un'altra gaffe cui Romney dovrà presto rimediare.
Nuovo super assegno per Newt
Così, a fine dibattito, Gingrich rimane in testa ai sondaggi in Florida, pur avendo perso qualche punto di vantaggio. Particolare non secondario: poche ore prima del duello in tv ha perfino ricevuto l'ennesimo assegno di 5 milioni arrivato al suo SuperPac, "Winning our Future", può guardare avanti con la speranza di rifilare, in Florida, un'altra umiliazione a Romney. Mitt, da parte sua, se vorrà arrivare a sfidare Obama, il prossimo 6 novembre, dovrà continuare a indossare i guantoni da boxe, usandoli con intelligenza.
Gingrich pubblica i dati su Freddie Mac
Anche Gingrich pubblica documenti relativi alla sua situazione finanziaria, diffondendo i contratti stipulati dalla sua società di consulenze con la Freddie Mac, l’istituto specializzato in mutui che è stato salvato dal fallimento del 2008. I documenti diffusi nella notte - contemporaneamente alle dichiarazioni dei redditi di Mitt Romney - attestano pagamenti da 25mila dollari al mese per un anno. Ma il rapporto è durato oltre otto anni, per un totale di almeno 1,6 milioni di dollari.
La documentazione diffusa quindi l'ex speaker della Camera è accusato di essersi arricchito con la bolla dei mutui prendendo soldi "da un’agenzia coinvolta nello scandalo che ha contribuito a creare la crisi". Forse non c'è accusa peggiore, di questi tempi, in America...
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