Outing di Marrazzo sulle unioni di fatto La Cdl dà battaglia

Per Udc, Forza Italia e An «sui Dico, Veltroni scavalca a sinistra perfino il governo Prodi»

Superata la crisi di governo, i Dico tornano a tenere banco in Campidoglio. In prima linea, i movimenti omosessuali che, sabato, a piazza Farnese raccoglieranno firme a favore delle unioni civili. Cinquemila in 90 giorni, tante ne servono per presentare la delibera in giunta. Quattro mesi, invece, la pausa di riflessione, prima del verdetto finale. Il pacchetto delle associazioni GLBT (gay, lesbiche, bisessuali e transgender) prevede che all’anagrafe delle coppie di fatto possano iscriversi due persone maggiorenni (almeno una residente a Roma), anche dello stesso sesso, legate da una relazione affettiva, senza vincoli parentali o matrimoniali. A sostenere l’iniziativa, il capogruppo della Rosa nel pugno del I municipio, Mario Staderini, il presidente del Consiglio del VI municipio Gianluca Santilli e il presidente della commissione Nuovi diritti Gianluca Quadrana. Favorevole anche il governatore Piero Marrazzo, che assicura: «Faremo la nostra parte in termini legislativi. La Regione riprenderà a parlare di Dico utilizzando due chiavi di lettura: l’articolo 29 della Costituzione e i diritti civili». Un «outing» che ha subito scaldato la platea omosex. «Con questa dichiarazione - dice Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma e Lazio - il presidente della Regione si allinea con la giunta Veltroni sempre sensibile alle nostre tematiche. Lo invitiamo, quindi, a essere in piazza con noi, per dimostrare che la Regione è al nostro fianco». Il presidente di Arcigay ha, poi, chiesto di istituire «un tesserino sanitario che consenta al partner di poter visitare il proprio compagno ricoverato in ospedale, che ora è valido solo per i parenti».
Ma il centrodestra si dice pronto a dare battaglia. «Aspettiamo con ansia - fa sapere Dino Gasperini, capogruppo dell’Udc in Campidoglio - di poter votare no su qualsiasi delibera che parli di temi ridicoli, frutto di pura convenienza personale, come quella sulle unioni civili». Dunque, la parola d’ordine è ostruzionismo, contro «Veltroni e la sua maggioranza, che anticipano la loro coalizione a livello nazionale e la scavalcano a sinistra». «Pronti a scendere in strada per difendere la famiglia» è, invece, lo slogan di Fabio De Lillo (Fi), che aggiunge: «La raccolta di firme pro-Dico, organizzata nella capitale del cristianesimo in evidente spregio dei numerosi appelli del Papa, non fa che anticipare la politica del governo contro la famiglia». Bruno Prestagiovanni, di An, suggerisce, invece, «di interrogarsi sui diritti individuali, anziché surrogare il ruolo della famiglia, che resta comunque l’impianto centrale della nostra società».

Una posizione condivisa dal consigliere regionale dell’Udc, Massimiliano Maselli, che osserva: «Non capisco questa pervicace passione del centrosinistra su temi che finiscono inevitabilmente per rendere ancor più precari i già rocamboleschi equilibri all’interno della maggioranza».

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