«Al nostro secolo non restano abbastanza anni per arrivare a conoscere tutte le opere di Picasso», si diceva a fine Novecento. Già, perché del maestro spagnolo la produzione artistica fu talmente vasta e innovativa che a comprenderla tutta in profondità non sarebbe bastata una vita. E se più noti al pubblico sono forse stati, e continueranno a essere, i dipinti del periodo blu e rosa o i celebri quadri cubisti, certo non meno importante e geniale fu il lavoro che, per oltre quarantanni, Picasso dedicò con singolare passione allarte grafica. Realizzò, infatti, oltre 2.500 incisioni, che per originalità di contenuti e tecniche desecuzione, lo fecero considerare il maggiore incisore del XX secolo. In particolare poi lartista ebbe un occhio di riguardo verso il campo delleditoria, preparando illustrazioni per famosi «libri dartista» che vennero pubblicati dai più grandi editori dellepoca.
Cento tavole originali e litografie del genio spagnolo, tratte dai volumi Le Metamorfosi di Ovidio, Il capolavoro sconosciuto di Balzac, Dos Contes di Reventos e Dans latelier de Picasso di Sebartés, saranno esposte alla mostra, curata da Elena Pontiggia, «Picasso illustratore», che si apre oggi alla Fondazione Stelline (in corso Magenta 61, fino al 6 maggio; da martedì a domenica, 10-20, lunedì chiuso; catalogo Skira; info: 02-45462411). E per la prima volta, a rendere ancora più preziosa l'iniziativa, saranno in esposizione eccezionale anche le 31 matrici di rame incise direttamente dalla mano dellartista per illustrare il libro della Histoire Naturelle di Georges-Louis Leclerc Buffon, naturalista francese del Settecento. «È motivo di grande orgoglio e interesse - ha detto Camillo Fornasieri, presidente della Fondazione - presentare per la prima volta in Italia un corpus così ricco e completo di incisioni di Picasso». La sua lunga carriera grafica, iniziata già nel 1899, lo vide sperimentare ogni tipo di tecnica, dallacquaforte allacquatinta, dalla puntasecca al bulino, dalla litografia al linoleum. Come illustratore, tra il 1905 e il 1972, lavorò a ben centocinquantacinque volumi, tanto da guadagnarsi letichetta, da lui apprezzata, di «ilustrador-pintor».
In mostra possiamo trovare molte delle stampe realizzate per libri di pregio, come le acqueforti per le Metamorphoses di Ovidio, il primo testo di una certa importanza che Picasso si trovò a illustrare e che fu pubblicato nel 1931 dallallora giovanissimo editore svizzero Albert Skira.
«Per la ricchezza dellinvenzione iconografica e la complessità delle soluzioni compositive - spiega Elena Pontiggia, curatrice della mostra - rappresentano il ciclo di illustrazioni più significativo di Picasso». Lartista reinterpreta infatti con estro i miti metamorfici raccontati dal poeta latino, esasperandone ogni aspetto: i personaggi sono dominati da passionalità e violenza, amore e morte. A fianco di queste drammatiche tavole sono in mostra anche le incisioni tratte da un altro volume di lusso, Le chef doeuvre inconnu di Honoré de Balzac.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.