GIURIA
Appollaiata nella zona galleria, curva sud, terzo anello, fa il solito casino da stadio per farsi riconoscere. Al secondo tentativo va in cimbali, appena è chiamata a votare uno che ha il cognome Bersani entra in crisi come alle primarie del Pd. Ora il personaggio in questione, per fortuna sua e del festival (nonostante la rassegna penda a sinistra, come diceva Totò), si chiama Samuele e non Pierluigi, non fuma il sigaro, non chiede le dimissioni di nessuno, piuttosto indossa un abito tipo tight con eleganza raffinata, canta un motivo che porta il titolo "Pallone". Sembra la parola giusta per i giurati che sono trecento, e nemmeno giovani e forti, perché il sistema informatico, tecnologico si blocchi e blocchi anche la scaletta, il ritmo di Morandi che non sa più che fare e che dire. Eppure a Sanremo non è nevicato. Voto: 2
MOLLICA VINCENZO Sembra un personaggio dei fumetti, settore nel quale è specialista, studioso e studente. Da un momento all’altro potrebbe spuntare un mezzo salame, un verme, due tette così, stile Jacovitti. Invece appare il microfono e segue intervista con gentilezza e rispetto, articoli in esaurimento nel magazzino giornalistico. Animale in estinzione. Voto: 7
MORANDI GIANNI Dato per disperso negli anni passati, è risorto, diventando il punto di riferimento, la banca sicura della Rai, attira ospiti e cantanti. "Baby face" è emozionato, chiede un bicchiere d’acqua a tale Pippo, provocando il panico tra gli astanti e a casa Baudo, corre come un giovinotto, abbraccia e bacia chiunque gli capiti di fronte, sorride, salta, va a cento all’ora a trovare la bimba sua, yeyeyeyè. Sarebbe pronto per le Olimpiadi. Di Roma. Ma mi dicono siano state respinte dal governo. Sarà per un altro secolo. Voto: 7
EUROVISIONE Una sigla ormai dimenticata, per i contemporanei segnalo trattarsi del preludio al "Te Deum H.146" di Marc-Antoine Charpentier. La composizione viene ripristinata soltanto per il festival, tanto per fare illudere che il resto del vecchio continente, Grecia compresa, si mette davanti al televisore per assistere all’evento. Nostalgia di Giochi senza frontiere. Voto: 10
LUCA E PAOLO I fratelli xerox ripetono lo show dello scorso festival. Costretti a fingere malinconia per gli assenti, ne parlano come vivi, la crisi di astinenza è fasulla, alibi ideologico satirico, rileggono e ricantano, divertendo come a scuola, "Uomini soli" dei Pooh. Qualunque riferimento a se medesimi è puramente casuale. Parole libere, cazzi, merda, coglioni e belino tra queste, si va via sciolti, l’arco costituzionale completo, da Saviano a Borghezio, da Santoro a Fede, compreso Schettino ma soprattutto LUI, mai nominato se non come "pelato" o cainano e affinità varie. Diceva Einaudi che la libertà è come la vitamina, ne senti l’importanza quando non ce l’hai. Provano a fare ancora le Iene. Ci riescono, avvisate Brignano e Gassman. Scaldano la temperatura nel museo delle cere dell’Ariston. Ma Rai non è Mediaset, in tutti i sensi, tranne per i compensi. Voto: 4 +
PAPALEO ROCCO Sembra imballato,in verità è il più normale di tutti, il meno festivalante e festivaliero. Attore vero, regista astuto, amaro lucano per finzione scenica. Ha lo sguardo stralunato, ricorda l’espressione di colui al quale hanno appena comunicato il furto dell’automobile. Semplice e immediato, come un campione. Voto: 8
RAI Uno dei cento spot pubblicitari è costruito su se stessa, per i prossimi campionati europei di calcio.
Unica televisione ufficiale. A quattro mesi dall’evento la Rai si porta avanti, durante il festival della canzone, sperando, forse temendo, che qualcuno non si distragga e cerchi altrove la partita di pallone. Voto: sv
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