Durante le campagne elettorali i politici sono tutti e sempre dalla parte dei cittadini. Poi, una volta sulla poltrona, i cittadini diventano un qualcosa di lontano, talora di fastidioso. Il Palazzo prevale su tutto.
Non è così nel caso di Letizia Moratti, evidentemente. La manifestazione del 26 marzo per la sicurezza a Milano, accanto ai cittadini, ne è un esempio.
Attenzione però a non confondersi. Ultimamente si sono visti molti politici sfilare con la gente. È successo a Vicenza per la base militare americana, è successo a Roma alla manifestazione per le unioni civili. In questo caso trattava manifestazioni di qualche ministro del centrosinistra che governa dal lunedì al venerdì e poi lotta al sabato e alla domenica contro il suo stesso governo. Di politici che si trovavano a manifestare contro la loro stessa parte politica. Qui si tratta di un sindaco che interpreta fino in fondo il suo ruolo: quello di rappresentare gli interessi e i bisogni dei cittadini perché essi vengano ascoltati, considerati e ci si adoperi per risolverli.
La sicurezza è una delle priorità della politica. Anzi è una delle poche cose delle quali la politica deve occuparsi in modo praticamente esclusivo. La sussidiarietà in questo caso significa che è il pubblico a dovere intervenire laddove nessun'altro lo può fare. Per Milano, lo locomotiva d'Italia insieme a tutta la Lombardia la sicurezza è un bene primario.
E allora cosa dovrebbe fare il sindaco di Milano di fronte a richieste legittime nei confronti del governo centrale del Paese che non risponde, rimanda, risponde in modo insufficiente? Rappresenta l'urgenza e la non disponibilità di Milano a rinunciare all'essenziale. Tutto qui.
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