A Palermo si realizza un laboratorio scientifico per giovani ricercatori formati negli Stati Uniti

Il processo per la scoperta di nuovi farmaci è oggi molto lungo, costoso e ad alto tasso di fallimento. Passano 15-17 anni dalla scoperta di una molecola ad una nuova medicina e gli investimenti arrivano fino ad un miliardo di dollari, anche perchè solo uno studio su 5-10 mila offre risultati .
Ecco perchè è estremamente importante sviluppare nuovi metodi per individuare le cure e la grande speranza nasce dalla definizione della struttura del genoma umano, che può far comprendere le alterazioni molecolari associate a certe malattie. É questo l’obiettivo della Fondazione Ri.MED, nata nel 2006 a Palermo da una partership internazionale fra governo italiano, Regione Sicilia, CNR, università di Pittsburgh. In questi 5 anni sono stati selezionati 18 ricercatori, tra i 20 e i 30 anni, specializzati in campi che vanno dalla chimica all’informatica. Nell’ateneo americano sono stati formati e ne sono rientrati 6 in Italia, che lavorano in diversi laboratori.
Il Centro di altissimo livello che sarà la loro casa nascerà a Palermo solo nel 2015, ma la Fondazione già contribuisce a nuove scoperte e nuovi prodotti. Al V Simposio scientifico annuale di Ri.MED, tenutosi a fine ottobre, sono state presentate proprio le ricerche cui lavorano i giovani ricercatori, grazie anche all’accordo con l'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione.

«Molto importati - spiega il professor Bruno Gridelli, vicepresidente della Fondazione- sono quella sulla produzione di cellule per curare le malattie virali in pazienti trapiantati, già arrivata alla sperimentazione clinica; quella per eliminare il virus dell’epatite C con una terapia cellulare non tossica; quella per produrre segmenti di arterie e vene con materiali biodegradabili che si sta sviluppando a Pittsburg». Le biotecnologie hanno un futuro e per l’Italia un ruolo strategico.

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