Coronavirus, arruolamento medici e infermieri: in 650 dicono sì alla Regione

Sono già 600 gli infermieri e 50 i medici che hanno raccolto l'appello della Regione per l'arruolamento straordinario per contrastare l'emergenza coronavirus

Coronavirus, arruolamento medici e infermieri: in 650 dicono sì alla Regione

La Sicilia chiama e loro non si fanno trovare impreparati o dubbiosi. É l'esercito di medici e infermieri che hanno risposto all'appello di arruolamento della Regione siciliana per fronteggiate l'emergenza coronavirus.

Sono più di 600 gli infermieri e oltre i 50 medici che hanno già risposto alla richiesta. I bandi e le graduatorie restano comunque ancora aperti ed è possibile prevedere un ulteriore incremento di nuovo personale sanitario immesso in servizio nelle aziende del sistema sanitario regionale.

"É una prima significativa risposta - dice il governatore Nello Musumeci - che ci permette di rafforzare la linea dell'emergenza. La Regione si è mossa, da subito, per provare ad anticipare l'avanzata del virus, attraverso una serie di importanti misure come le procedure di reclutamento di nuovo personale sanitario. É un momento difficilissimo in cui tutti devono fare la propria parte: ogni singolo cittadino è chiamato al dovere del rispetto delle regole, anche a tutela dei tanti professionisti impegnati in corsia che, come tutti, a casa hanno famiglie e affetti".

Oltre al recepimento di tutte le disposizioni in deroga all'ordinaria modalità di contrattualizzazione, l'assessorato regionale alla salute ha individuato due aziende capofila regionali per bandire avvisi di disponibilità e bandi di concorso: per il personale medico, con particolare riferimento ai medici specializzandi e ai giovani professionisti, il policlinico di Messina; per gli infermieri e i professionisti di supporto sanitario, l'Asp di Palermo. Le due aziende sanitarie hanno avviato subito le procedure, pubblicando i seguenti bandi e avvisi di disponibilità: personale infermieristico (già concluso); personale medico (aperto); Oss (si concluderà il 17 marzo).

La Sicilia dunque continua - come ormai da settimane - ad organizzarsi per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Oltre al recepimento del decreto del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 11 marzo, il governatore Nello Musumeci, ha inserito altre misure restrittive per contenere il contagio sul territorio regionale. Le misure predisposte, riguardano trasporti pubblici, controlli negli aeroporti, esercizi commerciali e attività alimentari all’aperto. Poi c'è anche l'ulteriore stretta per l’ingresso di persone in Sicilia: i residenti o domiciliati nell’Isola che fanno rientro da altre regioni, o dall’estero dovranno oltre a comunicare il loro arrivo, rimanere in isolamento per due settimane.

Ma la Sicilia nel frattempo risponde anche alle richieste di aiuto che arrivano dal Nord. É di ieri la notizia dell'arrivo all'ospedale Civico di Palermo, con un aereo militare di due pazienti originari di Bergamo, di 61 e 62 anni. Sono ricoverati nel reparto di rianimazione e si trovano in gravissime condizioni. "L'Italia è una e indivisibile - ha detto l'assessore alla salute della Regione Siciliana Ruggero Razza - un segnale che è stato chiesto alla Sicilia e che non ha avuto difficoltà a dare.

Ovviamente quello che chiediamo allo Stato è una distribuzione dei dispositivi di protezione individuale per i medici, che sia celere, immediata e che ci consenta di fare lavorare tutti in sicurezza. Chiediamo inoltre la equa redistribuzione dei ventilatori per aumentare i nostri reparti di rianimazione".

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