Occupazione in calo in Sicilia. Nell'Isola nei primi sei mesi dell'anno è diminuito il numero di occupati, circa 15.600 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una contrazione in termini percentuali dell'1,1 per cento. Dati allarmanti che fotografano una situazione di un'Italia a doppia velocità. Un calo più marcato anche rispetto al dato del Mezzogiorno (-0,4 per cento) e in controtendenza se confrontato al resto del Paese che fa registrare un incremento dello 0,5 per cento nella media nazionale. A scattare la fotografia dell'occupazione in Sicilia è il tradizionale rapporto 'L'economia della Sicilia - Aggiornamento congiunturalè, realizzato dalla sede di Palermo di Banca d'Italia, in cui sono illustrati i principali dati relativi all'andamento dell'economia siciliana nella prima parte dell'anno in corso. Diminuiscono gli occupati in Sicilia, ma si riduce anche il numero di persone alla ricerca di un lavoro ed è questa la cosa più grave perché significa abbandonare l'idea di trovare un lavoro. "Diminuiscono i soggetti in cerca di lavoro, un aspetto che può essere interpretato come un atto di rinuncia da parte di chi in questo momento non lavora - ha spiegato il direttore della sede di Palermo della Banca d'Italia, Pietro Raffa -. Un ulteriore segnale di difficoltà che spiega, in parte, anche la contrazione del tasso di disoccupazione sceso al 21 per cento, comunque doppio rispetto a quello nazionale (10,4 per cento)".
Il numero dei lavoratori autonomi è ancora calato mentre è leggermente cresciuto quello dei dipendenti; per questi ultimi, nel settore privato si è osservato un aumento delle posizioni a tempo indeterminato. In connessione con una riduzione nell'offerta di lavoro, il tasso di disoccupazione è diminuito (21,1%), rimanendo però doppio rispetto a quello medio nazionale (10,4%). Alla fine di giugno i prestiti bancari all'economia siciliana sono risultati stazionari rispetto a dodici mesi prima, interrompendo la debole crescita in corso da circa un triennio. L'andamento ha risentito in particolare della contrazione del credito al settore produttivo; è invece proseguita l'espansione dei finanziamenti alle famiglie consumatrici.
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