Il presunto traffico di rifiuti che coinvolgerebbe le Ong Vos Prudence e Aquarius potrebbe sussistere. A dirlo è la Cassazione che dà ragione alla Procura di Catania. La Suprema Corte ha infatti annullato con rinvio, l'ordinanza del Riesame di Catania che aveva invece smentito l'ipotesi della Procura guidata da Carmelo Zuccaro, che aveva definito i rifiuti sanitari provenienti dalle navi delle Ong e relativi alle cure prestate ai migranti "potenzialmente infettivi".
Adesso con la decisione della Cassazione, il Tribunale del Riesame dovrà tornare ad occuparsi della vicenda. “L'ordinanza impugnata – scrive la Cassazione – deve essere annullata, essendo ravvisabile l'errata interpretazione dell'articolo 452, denunciata dal pubblico ministero ricorrente, con rinvio al Tribunale di Catania per nuovo esame, da compiere tenendo conto di quanto evidenziato circa la struttura del reato contemplato dalla disposizione denunciata e la sufficienza, al fine della configurabilità del reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, che anche solo una parte delle plurime attività da compiere – conclude la Suprema Corte - nel ciclo di gestione dei rifiuti sia svolta in forma organizzata”.
I fatti
I fatti risalgono a due periodi: per quanto riguarda la Vos Prudence si va da marzo 2017 a luglio 2017; mentre per la Aquarius dal gennaio 2017 al maggio 2018. Secondo i pm, le due navi delle Ong avrebbero scaricato in maniera non differenziata scarti "speciali" nei porti italiani, trattandoli come rifiuti urbani. A finire nel registro degli indagati 24 persone. Su su cui pende l'accusa di aver "sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell'Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti".
L'indagine portò al sequestro delle navi e di 460 mila euro in contanti.
Secondo gli inquirenti lo smaltimento non corretto dei rifiuti infetti, per un totale di 24 mila chili, delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo avrebbe portato ad "un indebito risparmio di costi per la Ong pari al profitto sequestrato di circa 460 mila euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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