Dalla «Palomar» ancora una precisazione

Riceviamo e pubblichiamo
«Per chi non lo avesse capito, viviamo nell’epoca di internet. Entro pochi giorni tutti i potenziali clienti che cercheranno attraverso Google informazioni su Palomar New Media srl, di cui sono amministratore da circa otto mesi, troveranno tra le prime ricorrenze un link a una pagina html dal titolo press’a poco così: “SE ALLA PISANA REGNANO I COLLEZIONISTI DI POLTRONE”. Dovremo parlare e fornire spiegazione di quella “indesiderata citazione” a decine di clienti (ma non potremo farlo con quanti, insospettiti, cambieranno indirizzo) in difesa di un elemento, la reputazione, che nel mondo della rete è l’elemento indispensabile per vivere e per avere successo. Palomar New Media srl è una piccola web factory che, sotto la direzione di Fabio Filiberti (dal 1999 al 2006) ha colto successi non trascurabili nel campo della comunicazione digitale. Il nostro claim è “fare cose utili”; qualche volta, come documentato nel nostro sito web, ci siamo riusciti. A fine anno Filiberti ha scelto di seguire una sua antica passione e accettare l’incarico offertogli dal presidente Marrazzo. Di questa scelta non siamo contenti, la rispettiamo e andiamo avanti. Detto questo: Palomar New Media non è “l’azienda di Filiberti”. Filiberti non ne è socio, tanto meno presidente. Dalla scelta di Fabio Filiberti di collaborare con la Presidenza della Regione Lazio non abbiamo tratto alcun utile. L’inescusabile leggerezza con cui, nell’articolo citato, si fornisce la suggestione che i clienti di Palomar New Media siano semplicemente il frutto delle aderenze politiche di Filiberti costituisce una offesa grande a una minuscola azienda che è cresciuta, senza nessun sostegno o finanziamento pubblico, puntando tutto sulla qualità del prodotto, sulla creatività e l’innovazione. Di questo e del danno economico e di immagine vi chiederemo di rispondere nelle competenti sedi giudiziarie».

(Amm. Palomar New Media Srl)
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Nonostante avessimo già replicato al signor Filiberti martedì 21 agosto, aggiungiamo una breve considerazione: non abbiamo mai affermato che il presidente della Palomar New Media srl fosse Fabio Filiberti, né che egli abbia mai detenuto quote. E né tantomeno che il portafoglio clienti fosse «semplicemente il frutto delle sue aderenze politiche». Lungi da noi il voler ledere la reputazione della Palomar: nell’articolo in questione abbiamo citato correttamente le date dei lavori (evidenziando come fossero precedenti all’ingresso di Filiberti in Regione) proprio per evitare equivoci. Ci siamo limitati a riportare un’informazione (verificata più volte) che abbiamo ritenuto pertinente all’argomento dell’inchiesta: cioé che Filiberti mantiene ancora rapporti professionali con Palomar, ma senza attribuirgli alcuna carica. Abbiamo fatto, in due parole, solo il nostro lavoro, non trascurandone gli obblighi deontologici. Se in quest’occasione i rispettivi interessi sono stati divergenti, se il nostro diritto/dovere di fare cronaca ha causato danni d’immagine alla società (alla quale auguriamo i migliori successi), ce ne rammarichiamo sinceramente perché non era nostra intenzione.

Così come siamo convinti che un curriculum come il vostro non possa essere intaccato (nonostante Google) da un episodio in cui peraltro non si contesta mai la qualità del vostro operare. Ma per il resto, no. Per il nostro (limpido) atteggiamento professionale signor Ciprotti, non riusciamo proprio a sentirci in colpa, o a chiedere venia. Cordialmente.
D. Petraroli e O. Sherif H. Rida

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