Opposizioni sulle barricate alla Camera e in Senato. A Montecitorio e Palazzo Madama, il centrosinistra è andato al muro contro muro con la maggioranza: nel primo caso, arrivando alla sospensione dei lavori a suon di proteste, nel secondo invece abbandonando direttamente l'Aula. Alla Camera, in particolare, la seduta è stata sospesa fino alle 15, quando ci sarà lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, mentre la riunione della conferenza dei capigruppo resta confermata per le ore 14.
Per tutta la mattinata a Montecitorio si erano registrati numerosi interventi ostili da parte dei parlamentari delle opposizioni, prima sulla richiesta di rettifica del verbale di ieri dei lavori, poi sulla mancata informativa nell'emiciclo, prevista per oggi pomeriggio, del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e di quello della Giustizia, Carlo Nordio, sulla vicenda dell'arresto ed espulsione del cittadino libico. Circostanza peraltro comprensibile a seguito delle notizie di indagine emerse nella giornata di ieri sul caso Almasri. In Aula però i toni sono stati particolarmente accesi, per nulla comprensivi rispetto all'anomalia della situazione venutasi a creare. "Siamo governati da inetti che quando non sanno dove aggrapparsi danno la colpa all'universo mondo", ha attaccato ad esempio Riccardo Ricciardi dei Cinque Stelle. "Per noi non è possibile andare avanti con i lavori della Camera fino a quando non ci sarà una disponibilità della presidente del Consiglio a venire in quest'Aula", ha rincarato la dose Riccardo Magi di Più Europa.
Il clima tesissimo creato dalle opposizioni ha quindi portato alla proposta, avanzata dall'onorevole Davide Faraone di Italia Viva, di "interrompere tutto, senza parlare d'altro fino alle 14", quando è prevista la riunione dei capigruppo. "Non possiamo ridurci con i capigruppo che apprendono dalle agenzie di stampa il cambio di programma sull'informativa. È in gioco la dignità di questa istituzione, chiudiamo il Parlamento?", incalzava intanto Matteo Richetti (Azione). Alla fine è quindi arrivata la decisione del presidente di turno, Fabio Rampelli: "Sospendo la seduta fino alle ore 15, la riunione dei capigruppo è confermata per le ore 14, in modo da dare la possibilità al ministro Ciriani di parteciparvi".
Al Senato la sinistra ha fatto il bis. In quel caso, però, abbandonando l'aula. Il gesto simbolico è avvenuto in risposta alle parole degli esponenti della maggioranza, intervenuti sull'avviso di indagini arrivato al premier Meloni. Sulla mossa giudiziaria, del resto, il centrodestra non si era trattenuto dal ribadire una posizione già chiaramente esposta nella giornata di ieri. "C'è un'umiliazione del Parlamento, quella che certa magistratura fa della democrazia e della sovranità popolare", ha detto il senatore Albero Balboni di Fratelli d'Italia, intervenendo nell'Aula. "Certi magistrati - ha attaccato il senatore a capo della Commissione Affari costituzionali - umiliano continuamente la politica, questa è la vera umiliazione.
L'esproprio della democrazia è reso manifesto e plateale dal fatto che oggi ministri che dovevano riferire su un fatto importantissimo non lo possono più fare perché certa magistratura si è voluta sostituire al Parlamento e alla democrazia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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