Parte in anticipo l’ampliamento del Policlinico

Abbandonato ormai definitivamente il progetto di rifacimento totale, continua l’opera di progressiva ristrutturazione dell’ospedale Policlinico. Dopo i padiglioni Zonda e Sacco, tocca ora al Monteggia, lavori che - come ha tenuto a sottolineare il governatore Roberto Formigoni - «partono con ben tre mesi d’anticipo rispetto ai tempi inizialmente preventivati».
La durata complessiva del cantiere è prevista in 3 anni: uno per la demolizione e 2 per la ricostruzione. Al termine dei lavori, l’attuale superficie sarà praticamente raddoppiata e il nuovo padiglione (di circa 12mila metri quadri e sette piani) verrà completamente rinnovato anche dal profilo alberghiero «perché - come ha spiegato il presidente della Fondazione, Carlo Tognoli - i degenti non sono solo dei malati ma anche degli ospiti a cui bisogna offrire i maggiori confort possibili durante la loro permanenza in ospedale». I posti letto saranno un centinaio e ogni camera dotata di 2 letti, nei piani interrati sono previste 8 nuove sale operatorie d’avanguardia e la radiologia, dotata di strumenti d’alta tecnologia. Tognoli ha poi annunciato che entro l’anno scatterà pure la ristrutturazione del Pronto Soccorso, le cui dimensioni verranno raddoppiate rispetto a quelle attuali.
L’investimento previsto per il Monteggia è di 37 milioni di euro, mentre sarà di trenta quello per il PS, «che verranno finanziati prevalentemente con risorse della Fondazione - ha tenuto a specificare Tognoli - e questo comporterà l’alienazione di parte del patrimonio».
Formigoni ha definito questi lavori un intervento «nel cuore della sanità milanese, col quale si otterrà una modernizzazione complessiva del sistema. La dimostrazione dei pregi della Fondazione, un’intuizione che proponemmo anni fa al ministero e che sta dando i suoi frutti».

Concorde con lui pure l’assessore alla sanità Cè, che ha annunciato di stare preparando un progetto per la riduzione , entro fine anno, delle liste d'attesa per alcune prestazioni sanitarie con limiti massimi di attesa di 90 giorni, e di 60 per il 90% dei casi più urgenti».

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