C'è chi lo chiama già il «partito delle imprese». Il sistema economico e produttivo lombardo è tornato a far sentire la sua voce a Bergamo, nel cuore pulsante della Regione, per l'assemblea generale della Confindustria della città e di quella bresciana. Davanti a una platea di imprenditori, l'unico politico italiano a intervenire è stato l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi. Il leghista, negli ultimi due anni e mezzo, ossia da quando è arrivato a Palazzo Lombardia, ha lavorato per far parlare con una sola voce l'intero sistema economico e per connettere sempre di più la Regione con gli altri territori manifatturieri: per fare rete e influenzare le decisioni della commissione europea. Durante l'assemblea, non a caso, è intervenuto da remoto anche il ministro per gli Affari europei e internazionali della Baviera Eric Beißwenger. Con il land tedesco, la Lombardia ha recentemente siglato un'intesa per unire le forze e provare a contare di più in Europa. A Bergamo c'era anche Marco Mensink, direttore generale del Consiglio Europeo delle Industrie Chimiche che ha sottolineato limportanza di tutelare il settore della chimica e Benjamin Krieger, segretario generale dell'associazione europea dei produttori di componentistica dell'automotive che, invece, si è concentrato sui rischi concreti che corre l'Europa, specie se le politiche ideologiche ambientali non venissero modificate dalla nuova commissione. Negli ultimi mesi sono state diverse le missioni diplomatiche di Guidesi che è stato anche a Monaco, Lipsia, Stoccarda, Pamplona, Lione e ovviamente a Bruxelles per cercare sponde e tessere relazioni. Il mantra è sempre salvaguardare il concetto di «neutralità tecnologica»: vanno bene gli obiettivi ambientali, seppur molto ambiziosi, ma per raggiungerli serve lasciare libertà d'azione ai singoli territori. «La Lombardia è la prima Regione manifatturiera d'Europa e il nostro obiettivo è continuare a confermare questo primato. Ma non possiamo ignorare che, nonostante tutti i nostri sforzi, esistono alcuni limiti esterni. Per questo rimarco con forza il tema dell'autonomia, affinché tutti possano partire dagli stessi blocchi di partenza» ha detto Guidesi a Bergamo, davanti al presidente della Confindustria Emanuele Orsini. «Il fare squadra - ha aggiunto - è la strategia che continuerà a guidare il nostro percorso futuro, insieme alla tutela dei territori manifatturieri che dovrebbe essere il principio cardine della strategia industriale di cui tanto si parla a Bruxelles, affinché il continente continui a essere competitivo». Insomma, le regole europee vanno cambiate per consentire alle imprese di continuare a innovarsi anticipando i tempi, da sempre il vero segreto del sistema produttivo ed economico lombardo. Un esempio riguarda sicuramente la questione energetica: «Va bene parlare di fonti rinnovabili - ha spiegato -, ma dobbiamo anche realizzare che senza il nucleare non saremo mai indipendenti a livello energetico». Stesso discorso che vale anche per l'automotive, dove occorre «far sentire la propria voce a chi prende scelte senza valutarne seriamente la fattibilità e l'impatto. Nel 2019 - ha ricordato Guidesi - non eravamo in molti a contestare il famoso Green Deal.
Adesso il mercato ci sta dicendo che avevamo ragione e in molti si pongono dei quesiti su questa irrealizzabile strategia ambientale. Serve neutralità tecnologica: imporre una sola via da perseguire è dannoso. E lo stiamo vedendo tutti, dobbiamo prenderne atto».
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