Se un pm è politicizzato viene sanzionato e viene trasferito d'ufficio. A prevederlo è il disegno di legge presentato da Francesco Nitto Palma e messo all’ordine del giorno della commissione Giustizia a Palazzo Madama. Un provvedimento necessario ad arginare lo strapotere di certe toghe che, a suon di inchieste, fanno politica dentro alle aule di tribunale. Un provvedimento che ha subito fatto infuriare la sinistra che da anni trova nella magistratura una sponda per abbattere i nemici che non sono in grado di sconfiggere nelle urne.
Da Tangentopoli in poi la giustizia italiana è in balia degli assalti giudiziari che troppo spesso influenzano le elezioni o, ancor peggio, servono a far cadere governi. Il ddl che reca il titolo "Disposizioni in materia di responsabilità disciplinare dei magistrati e di trasferimento d’ufficio" è di soli tre articoli ed è pensato proprio per contrastare lo strapotere dei giudici. Il provvedimento presentato dall'ex Guardasigilli stabilisce, infatti, che ci sia una sospensione di sei mesi per i processi i cui pm titolari sono sottoposti a procedimento disciplinare per esternazioni che ne pregiudichino l'imparzialità. L'articolo 1 aggiunge due nuove fattispecie di "punibilità" per i magistrati. In primis, costituisce illecito disciplinare "rendere dichiarazioni che, per il contesto sociale, politico o istituzionale in cui sono rese, rivelano l’assenza dell’indipendenza, della terzietà e dell’imparzialità richieste per il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali". In secondo luogo, le toghe incapperanno in sanzioni anche per "ogni altro comportamento idoneo a compromettere gravemente l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza, nel contesto sociale o nell’ufficio giudiziario in cui il magistrato esercita le proprie funzioni". In base all'articolo 2 del ddl, i trasferimenti d’ufficio avverranno anche "per qualsiasi situazione non riconducibile a un comportamento volontario del magistrato" per cui non può nella sede che occupa, amministrare giustizia nelle condizioni richieste dal prestigio dell’ordine giudiziario. La sospensione dei processi è contemplata dall’articolo 3 dove una norma transitoria rimette tutte le pendenze al dicastero di via Arenula e al procuratore generale della Cassazione che saranno chiamati a determinare l’azione disciplinare. I magistrati titolari dei processi pendenti saranno trasferiti d’ufficio.
Il disegno di legge, messo a punto dal presidente della commissione Giustizia del Senato che ha già scelto come relatore il senatore del Pd Felice Casson, è stato subito osteggiato dal centrosinistra che ha accusato Nitto Palma di intervenire nei processi che riguardano Silvio Berlusconi, soprattutto per il Rubygate, viste le reiterate accuse del Pdl al pm Ilda Boccassini, e il processo Mediaset, rispetto al quale i legali del Cavaliere hanno già avanzato l'istanza di trasferimento per legittima suspicione. Anche il coordinatore Pdl Sandro Bondi ha replicato di non essere convinto dal ddl: "Non è questa la strada maestra per riformare la giustizia. Semmai è la strada più facile per creare ulteriori problemi a Berlusconi". L'ex Guardasigilli ha respinto ogni accusa facendo presente che nel ddl non c’è alcun riferimento ai procedimenti penali in corso: "Il blocco dei processi è falso". Il provvedimento riguarda, infatti, i procedimenti e i trasferimenti d’ufficio dei magistrati.
Tanto che il ddl era già stato presentato nel dicembre del 2011: viene sospesa solo la procedura di trasferimento di ufficio, che è una procedura amministrativa e non assistita dalle stesse garanzie. "Non c’è nessun effetto sui processi - ha concluso Nitto Palma - ma solo sull’azione di trasferimento d’ufficio e ciò solo ed esclusivamente a tutela dei magistrati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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