Anche se non sapete esattamente cosa sia la Aardman Animations, di certo avrete visto qualcuno dei suoi film, o dei suoi cortometraggi - i più celebri sono la serie con protagonisti Wallace e Gromit, poi Galline in fuga, che è del 2000, Pirati! Briganti da strapazzo del 2012 o Shaun, vita da pecora, del 2015 - e magari li avete visti assieme ai vostri figli, anche se la prima cosa da dire è che i film della Aardman Animations NON sono film per bambini. Sono film, e basta. Se invece non avete mai visto niente, la seconda cosa da dire è un consiglio: guardatevi anche solo i tre minuti finali del corto The Wrong Trousers, I pantaloni sbagliati (1993), si trova su YouTube. Come sostiene Stefano Salis, fra i massimi cultori italiani delle opere della Aardman, è una delle più belle scene di inseguimento del cinema di animazione: il cane Gromit e il suo padrone Wallace che cercano di catturare, lungo il percorso del trenino elettrico che si snoda per tutta la casa, il malefico pinguino-rapinatore: «Maledetto antartico!». Capolavoro assoluto. E infatti nel 1994 vinse il premio Oscar (poi ne arriveranno altri tre) per il miglior cortometraggio d'animazione.
Bene. Allora adesso possiamo parlare di nascita, produzioni, innovazioni e successi della Aardman Animations, uno studio di animazione britannico, con sede a Bristol - solo gli inglesi sanno fare certe cose con quel cocktail perfetto di precisione, eleganza e sense of humour - celebre per la tecnica di stop-motion (cioè a passo uno) denominata claymation. Si creano personaggi con la plastilina, materia molto malleabile (ed ecco la coppia Wallace&Gromit, non l'unica ma la più popolare) poi sulla base dello storyboard si dispongono i pupazzi all'interno di veri e propri set che ricostruiscono l'ambiente scelto (un salotto, una cantina, una città, una nave...), quindi, una volta illuminato il set (è la luce l'elemento unificatore del film), si filma con la macchina da presa ogni singola immagine dopo aver leggermente modificato le posizioni degli elementi nella scena, uno per uno (si tratta di un lavoro estenuante, lunghissimo e che pretende una precisione assoluta: si racconta di un'intera giornata di riprese per un solo secondo di «girato») e infine, una volta riprodotta la sequenza di immagini fisse a una frequenza di 10-12 fotogrammi al secondo si ha l'illusione che gli oggetti di plastilina siano in movimento. Il risultato - miracolo tecnologico, monumento alla pazienza e esplosione della fantasia - è il film.
E anche la storia degli Aardman Studios è, in fondo, uno splendido film. Che va in scena in una mostra strepitosa dal titolo Shaun the Sheep & Friends: The Art of Aardman Exhibition allestita al Paff!, l'International museum of comic art di Villa Galvani a Pordenone (fino al 24 settembre), tappa italiana di un tour che finora ha toccato nientemeno che Parigi, Francoforte, Melbourne e Seoul. A dimostrazione di quanto i pupazzi di plastilina firmati e filmati Aardman siano amati in tutto il mondo, dall'America all'Australia.
Allestita su due piani e dodici sale del museo Paff!, con un percorso lungo e ricchissimo, filologico (l'esposizione spiega perfettamente la storia della Aardman) e scenografico (le sale sembrano i laboratori degli Studios, coloratissime, piene zeppe di curiosità e sorprese), la mostra mette in fila oltre 400 fra disegni originali, acquerelli, sketch, studi preparatori, bozzetti in 3D, modellini, sculture, fotografie, video, persino la statuetta di uno degli Oscar vinti (quello del 1990, è anche un po' ammaccata), e soprattutto 30 set cinematografici, quelli rimasti dopo un disastroso incendio che anni fa devastò i magazzini-archivi della Aardman, provenienti dai film più famosi. La fattoria di Shaun the Sheep, la casa di Wallace e Gromit, la macchina volante (appesa al soffitto) di Galline in fuga, il dirigibile e l'enorme galeone - alto cinque metri e lungo tre, occupa un'intera stanza e girandoci attorno capisci l'ossessione per ogni singolo dettaglio, dalle sartie alla polena metà donna popputa metà dio barbuto del mare - di Pirati! Briganti da strapazzo... Che storie!
La storia della Aardman Animations inizia nel 1972 su un progetto a basso budget ed altissima creatività di Peter Lord e David Sproxton che vogliono produrre un film d'animazione (i due amici a 12 anni, nel 1966, avevano creato per gioco il loro primo cartone animato, venduto alla Bbc per ben 15 sterline...). I due amici lavorano alla serie Vision On, realizzata dalla Bbc per un pubblico formato da bambini sordi, fornendo delle sequenze animate. Poi realizzano nel 1986 il video della pluripremiata canzone di Peter Gabriel Sledgehammer (ve lo ricordate? Eccolo qui.... ci sono anche i disegni dello storyboard), e se all'epoca ci fosse stato Youtube avrebbe battuto per visualizzazioni anche Gangnam Style (e comunque Peter Gabriel confessò che era stato faticosissimo per via del trucco e delle pose lunghissime...), dopo vennero gli spot televisivi, i lavori per Channel 4, i primi cortometraggi in claymation con protagonisti Wallace&Gromit (irresistibili: Wallace è un ingenuo inventore inglese amante del formaggio e Gromit, un cane intelligentissimo ma silenzioso, il suo migliore amico), la trasformazione della piccola bottega artigiana in una vera factory, gli Oscar e i Bafta, la prima mega produzione - Galline in fuga, nel 1997, una coproduzione con la DreamWorks: l'incasso mondiale fu di 224 milioni di dollari; e intanto si sta lavorando al sequel, che arriverà in autunno - e poi la leggenda...
Tra i tantissimi pezzi in mostra da non perdere, si segnalano. Uno: il modello originale, in legno, per il logo della Aardman, uno dei più complessi ci sia capitato di vedere (sei ingranaggi sovrapposti). Due: il «laboratorio» (occupa un'intera parete) con tutti gli «oggetti di scena» in plastilina (ah: quella usata dagli Studios è realizzata con una formula segreta) tra boccali, uova, martelli, pale, sedie, lenti di ingrandimento... Tre: la cantina di Wallace&Gromit con la micidiale macchina aspira-conigli...
Quattro: il set con l'officina del film Shaun, vita da pecora, allestita appositamente dai tecnici delle luci dello studio Aardman su un enorme tavolone che permette di osservare da vicino il ruolo della luce nella realizzazione dei film in stop-motion. Cinque: se ci andate con vostro figlio, la faccia che fa quando vede i pupazzi-scultura, piccoli capolavori dell'arte, prendere forma. Si chiama cinema.
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