Pedemontana e Tem avanti tutta, stop a BreBeMi

Il ministro al vertice sulle infrastrutture promette: «Se i privati sono in grado di finanziare l’opera, non ci opporremo»

Marcello Chirico

A fare tutto da soli i lombardi ci sono abituati, e dovranno farlo pure stavolta se davvero vorranno un giorno raggiungere Milano o Brescia senza restare imbottigliati, per ore, in lunghi incolonnamenti sull’autostrada A4. Tradotto: se vogliono una nuova direttissima Milano-Bergamo-Brescia, quella BreBeMi di cui si parla dagli Anni Novanta, dovranno costruirsela coi propri soldi. Perchè proprio ieri, su quel progetto, il ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro ha passato una sbianchettata governativa. Cancellata dalla lista delle priorità, perchè a Roma non la considerano tale, «soprattutto - ha spiegato il ministro - quando sarà completata la quarta corsia sull’attuale Milano-Brescia, sarà anacronistica». I (pochi) soldi del governo verranno destinati solo a Pedemontana e Tem (sul cui tracciato la Provincia continua a chiedere modifiche). Confermati pure tutti i cantieri già aperti.
Il vertice al Pirelli sulle grandi opere - organizzato dal governatore e al quale hanno partecipato Governo, sindaco Moratti, le 12 Province e Anci - è finito, insomma, 2-1 per la Regione. Con poi un bel punto interrogativo, messo sempre dall’Esecutivo, sull’innovativo progetto del polo autostradale del Nord, quello che trasformerebbe la Regione in ente concedente/concessionario delle proprie autostrade. «L’intenzione - ha ribadito il governatore - è di arrivare a un sistema meno costoso, più economico per gli enti e più snello dal punto di vista procedurale. Le risorse disponibili sono pari al 10-20% di quelle necessarie per la realizzazione di opere prioritarie e noi ci siamo impegnati a trovare nuove modalità per reperire risorse». L’idea: subentrare, sulla sola area lombarda, alla spagnola Abertis nella fusione con Autostrade con un proprio soggetto regionale. Di Pietro la pensa però come Prodi: «Attenzione, parliamo di società quotate: non possiamo passare sopra il mercato». Replica di Formigoni: «Noi il mercato lo rispettiamo, ma l’interesse nazionale deve essere anteposto a quello di società straniere. Prodi prenda una posizione e apra un negoziato a quattro su questa faccenda».
La BreBemi non dovrà però attendere la nascita di questo, eventuale, nuovo polo per veder aperti i cantieri, perché la nuova direttissima si può autofinanziare da sola con risorse private. «Se sono in grado di farlo, non ci opporremo» ha promesso Di Pietro. Ma il primo a dubitare sull’autofinanziamento è il presidente della Provincia milanese Filippo Penati, contrario all’opera e convinto che «gli 800 milioni di costi aggiuntivi spacciati per autofinanziamento sono, in realtà, a carico di Anas», prossima però a sottoscrivere con BreBeMi una convenzione per la copertura degli extracosti. Accordo che - alla luce del vertice di ieri - potrebbe anche saltare, considerato che pure Rfi e Tav hanno detto di non aver preso alcun impegno sulla copertura delle spese derivanti da ponti e cavalcavia dell’alta velocità.

Proprio per questo dal Pirelli continuano a partire appelli all’imprenditoria privati (Autostrada Spa in testa) affinchè si accolli questo rischio. Male che vada, la Regione è sempre pronta a impegnarsi in prima persona, a patto però che il tracciato - diventato troppo costoso - venga rivisto e si torni a quello originario.

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