Pedofilia, la Santa Sede: "Siamo pronti a rimuovere i termini di prescrizione"

La Santa Sede si prepara a rimuovere i termini della prescrizione relativi agli abusi commessi dai sacerdoti, anche se da essi normalmente già si deroga. L'appello di Scicluna: "Le vittime denuncino i sacerdoti"

Pedofilia, la Santa Sede: 
"Siamo pronti a rimuovere 
i termini di prescrizione"

Roma - La Santa Sede si prepara a rimuovere i termini della prescrizione relativi agli abusi sessuali commessi dai sacerdoti, anche se da essi normalmente già si deroga. Si tornerà così alla prassi precedente. Poi l'invito di monsignor Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede: "Non imponiamo ai vescovi di denunciare i propri sacerdoti, ma li incoraggiamo a rivolgersi alle vittime per invitarle a denunciare quei sacerdoti di cui sono state vittime. Inoltre li invitiamo a dare tutta l’assistenza spirituale, ma non solo spirituale, a queste vittime".

L'intervento della Santa Sede "Prima del 1898 - afferma monsignor Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede in un’intervista ad Avvenire diffusa in tedesco, francese, inglese e spagnolo dalla Sala Stampa della Santa Sede - quello della prescrizione dell’azione penale era un istituto estraneo al diritto canonico. E per i delitti più gravi solo con il motu proprio del 2001 è stata introdotta una prescrizione di dieci anni", anche se "in base a queste norme nei casi di abuso sessuale il decennio incomincia a decorrere dal giorno in cui il minore compie i diciotto anni". In quanto "la prassi indica che il termine di dieci anni non è adeguato a questo tipo di casi, sarebbe auspicabile - spiega il responsabile vaticano delle inchieste sui casi di pedofilia - un ritorno al sistema precedente dell’imprescrittibilità dei delicta graviora".

"Comunque - ricorda il promotore di giustizia - il 7 novembre 2002 Giovanni Paolo II ha concesso a questo dicastero la facoltà di derogare dalla prescrizione caso per caso su motivata domanda dei singoli vescovi. E la deroga viene normalmente concessa".

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