Roma - All’incontro di oggi con le parti sociali, il governo non si limiterà a illustrare il Documento di programmazione economica e finanziaria. Si parlerà anche di pensioni e, in particolare, dell’equiparazione dei requisiti di età per uomini e donne nella Pubblica amministrazione; «del modo con cui adempiere - ha annunciato il ministro al Welfare, Maurizio Sacconi - a una sentenza della Corte di giustizia; cosa che ormai dobbiamo fare con una certa tempestività».
L’esecutivo, i sindacati e le associazioni datoriali avranno, quindi, un occhio fermo alla Camera dei deputati dove stanno arrivando gli emendamenti alla manovra estiva. Né i relatori né il governo hanno direttamente depositato una proposta di modifica per innalzare l’età del ritiro delle statali, ma un’idea di quello che potrebbe essere inserito nel provvedimento la dà la proposta di Giuliano Cazzola, esponente Pdl e vicepresidente della commissione Lavoro, depositata ieri insieme ad altri 1.100 emendamenti dei deputati.
Prevede, in sostanza, un innalzamento graduale, un anno ogni due, a partire dal 2010 per arrivare alla soglia dei 65 anni, e quindi a una totale equiparazione dell’età tra uomo e donna, nel 2018. La proposta del governo potrebbe differenziarsi di poco da quella di Cazzola, da sempre sostenitore dell’equiparazione, anche perché sulla necessità di adeguarsi alle indicazione della Corte di giustizia Ue sono quasi tutti d’accordo (hanno detto no la Cgil e il Pd) e la trattativa riguarderà il come usare i risparmi.
Insieme alle pensioni la manovra di luglio conterrà altre misure rilevanti. La proroga al 31 dicembre della scadenza fissata al 30 settembre per l’approvazione degli studi di settore in revisione nel 2009. I relatori presenteranno un emendamento che introduce un nuovo Patto sulla salute. Un nuovo sistema di regole per tenere sotto controllo la spesa sanitaria che prevede bilanci certificati, una stretta sul privato accreditato, costi standard per le spese ospedaliere, tagli del 20% ai posti letto, ma anche meccanismi premiali per le Regioni virtuose.
Sempre per quanto riguarda il rapporto tra Stato e governi locali, ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è tornato a parlare di
«federalismo demaniale». Il patrimonio immobiliare dello Stato dovrà essere amministrato dalle Regioni. Una porta aperta alla vendita del patrimonio pubblico per finanziarie gli investimenti decisi da governatori e sindaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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