Il testo della manovra è arrivato in commissione Lavoro della Camera che ha dato parere favorevole, ma ha chiesto che il blocco delle rivalutazioni si applichi solo sulle pensioni superiori ai 1400 euro e non a quelle sopra i 936 euro come previsto ora. La copertura, secondo la Commissione, dovrebbe arrivare attraverso "un incremento del contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate" che può avvenire sia con un aumento del prelievo "per quelle pari almeno a venti volte il minimo Inps", sia abbassando la soglia delle pensioni a cui si applica il contributo. In alternativa, secondo la commissione, si può introdurre un contributo di solidarietà sulle cosiddette baby pensioni, "limitato all’importo superiore al minimo, e/o incrementando la percentuale di intervento sui cosiddetti capitali scudati".
Per la commissione, inoltre, è "urgente e improcrastinabile" intervenire, "secondo il principio dell’equità" le pensioni degli altri organi costituzionali e delle altre autorità indipendenti, oltre a Camera e Senato che hanno deciso di eliminare i vitalizi a partire dalla prossima legislatura. Un intervento è necessare per tutte le "situazioni di oggettivo privilegio derivanti da aspetti abnormi del sistema retributivo, anche prevedendo il passaggio al calcolo contributivo pro-rata".
Eventuali emendamenti al pacchetto potranno essere presentati entro martedì. Quel che è certo è che il governo, come conferma il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, sta lavorando ad alcune modifiche su Ici e blocco dell’indicizzazione delle pensioni. A confermarlo è anche il viceministro del Welfare, Michel Martone confermando che l’esecutivo è "disposto a ragionare a saldi invariati". Cgil e Cisl però chiedono che l'innalzamento della soglia arrivi a toccare anche il quarto scaglione, quello degli assegni fino a 1600 euro. Susanna Camusso ha infatti ricordato che gli importi considerati sono al lordo: "Bisogna ragionare sui redditi effettivi, visto che in Italia sulle pensioni si pagano le tasse".
Intanto secondo l'Istat sono ben 2,3 milioni i pensionati poveri, il 29,8% di quelli che percepiscono un assegno sotto i 915,52 euro. Un dato che destinato a crescere a causa dell'impatto congiunto della manovra varata dal governo e delle precedenti. Il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini ha detto che le pensioni fino a 915,52 euro "rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale però all’85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli".
Secondo l’Istat, quindi, "un’eventuale estensione dell’indicizzazione fino a 1.200 euro lordi mensili, d’altro canto, consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di povertà (163 mila)"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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