Roma - No a riforme del sistema previdenziale
per reperire fondi da destinare a un eventuale taglio della
pressione fiscale. "Bisogna tenere alta la guardia relativa
alla stabilità". È la posizione espressa dal ministro del
Welfare, Maurizio Sacconi, durante il convegno organizzato della
Cassa nazionale di previdenza geometri liberi professionisti. "Ci sono state sollecitazioni a trascurare questo aspetto
del rigore in favore dello sviluppo accentuando il peggioramento
dei parametri di stabilità. La ragione per la quale abbiamo
bloccato i saldi di bilancio per tre anni è dovuta però non
tanto al nostro rapporto con l’Ue ma al nostro rapporto delicato
con i mercati finanziari. Abbiamo fatto un passo con i mercati
per garantire la nostra stabilità. Abbiamo fatto bene a fare
ciò e mantenere questa rigorosissima disciplina di bilancio e
chi vi parla è un ministro di spesa".
Sacconi ricorda anche le
recenti polemiche tra il ministro della Funzione pubblica Renato
Brunetta e quello del Tesoro Giulio Tremonti: "Io ho molta
amicizia per Brunetta e Tremonti e, al di là dei caratteri,
anche il ministro della Funzione Pubblica non è propenso a una
crescita significativa della spesa corrente. Tremonti ha fatto
bene a tenere la linea della disciplina di bilancio e tutti
insieme abbiamo fatto bene a mandare a quel paese il consiglio
di fare un ’buon gestò: cioè con un decreto legge notturno
sventare la previdenza pubblica per abbattere la pressione
fiscale. Questo è tecnicamente impossibile prima ancora che
politicamente. E non ci sarebbe un effetto crash in termini di
riduzione fiscale per dare impulso alla crescita". Sacconi è
convinto inoltre che "nel vivo di una crisi che oltre che
economica è sociale non si può spostare avanti l’età di
pensione che nel breve periodo è un ammortizzatore sociale".
Il ministro ricorda che la nostra spesa di carattere sociale "è in media con la Ue e il problema può essere un cambiamento
della sua composizione. Può esserci uno spostamento nell’ambito
del welfare ma non uno spostamento dal welfare". Insomma la
nostra struttura di bilancio "ha delle macrorigidità nelle
quali si deve operare per una composizione più virtuosa. E noi
in questo senso abbiamo fiducia nel federalismo fiscale".
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