Perfino la Cgil spara su Marrazzo

RITARDI Il sindacato confederale non fa sconti al commissario: «Giudizio negativo»

Il Piano sanitario regionale del commissario Marrazzo che dovrebbe garantire ulteriori risparmi fino a fine mandato non piace neppure alla Cgil. Che lo scrive nero su bianco. Con una lettera di una decina di pagine indirizzata oltre che a Marrazzo, al vicepresidente Montino, al presidente della commissione Sanità della Pisana Canali, ma anche a tutti i gruppi politici del parlamentino regionale, il sindacato della funzione pubblica si smarca dalla condivisione di un documento che addita come «puro esercizio letterario, utile solo a chi lo ha prodotto». Un documento che arriva troppo tardi. «Sin da quando la Regione sottoscrisse con il governo il piano di rientro (febbraio 2007), come Cgil, Cisl e Uil dicemmo che era indispensabile pervenire entro breve tempo alla predisposizione di un nuovo Piano sanitario. Questo in virtù del fatto che - si legge - le azioni previste dal piano obbligavano la regione a una riorganizzazione del sistema sanitario. Ci sono voluti oltre 2 anni e solo adesso che siamo alla fine della legislatura si tenta il varo del piano sanitario regionale. Un piano che la nuova Giunta del prossimo anno, indipendentemente dal colore politico, tenterà inevitabilmente di riformulare proprio perché non suo». Comunque, a parte il giudizio negativo sull’enorme ritardo, la critica più aspra arriva su alcune peculiarità caratteristiche del comparto assistenziale: l’offerta sanitaria troppo disarticolata e il mancato equilibrio tra pubblico e privato. Su come vengono articolati entrambi i fronti, secondo il sindacato, si vede troppo la mano dell’Asp mentre «è meno evidente la valutazione politica di intraprendere certe scelte piuttosto che altre. Ci troviamo davanti a un piano di enunciazioni mentre non si propongono soluzioni operative concrete ai nodi critici del servizio sanitario regionale del Lazio che ne fanno un sistema “malato”». In pratica quelle del documentone regionale sarebbero tante chiacchiere e poca concretezza. Le critiche mosse inoltre si vanno a indirizzare anche sull’aspetto concertativo tipico delle rappresentanze sindacali: «Restiamo convinti che il piano vada discusso insieme quando si tratta di riqualificazione della rete ospedaliera e potenziamento dell’offerta territoriale». E su questo punto la Cgil prova a tenere duro visto che nella missiva inviata ci ha inserito pure alcune osservazioni e proposte di modifica che dovrebbero appianare le criticità rilevate sia sull’assistenza ospedaliera che ambulatoriale ma pure sulla medicina di base e sull’integrazione socio-sanitaria. Però, buona volontà a parte, il tempo per aprire un tavolo di concertazione non c’è proprio e resta solo di accontentarsi. A intervenire sulla tempistica relativa alla presentazione di un piano sanitario inapplicabile per mancanza di spazi tecnici è il capogruppo dei Socialisti riformisti -PdL, Donato Robilotta che precisa quanto sia stato inopportuno per Marrazzo presentare il documento perché «non c’è neppure un piccolo margine di manovra, tantomeno modi e tempi giusti per indirizzare i manager delle aziende sanitarie a seguire una certa rotta piuttosto che un’altra».

Peraltro a peggiorare la situazione c’è l’annuncio dell’ennesimo rinvio della verifica dei manager delle Asl. Marrazzo non vuole correre rischi a poche ore dalle elezioni e si becca, comunque, una sfilza di critiche da parte di consiglieri di ogni gruppo, dal Pdl alla sinistra.

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