Roma - A Mirabello Gianfranco Fini ha dettato il verbo: "Il Pdl non c'è più". E i suoi colonnelli vanno avanti, decisi, sulla strada tracciata dal capo. Una delle prime conseguenze dopo la spaccatura politica è, diciamo così, editoriale. Sparisce quella dicitura che, molto piccola, campeggiava da tempo sotto la testata del "Secolo d’Italia", il giornale che fu dell'Msi, poi di An e, da ultimo, del Pdl. Quella scritta, "quotidiano del Pdl", sparisce. A spiegarlo è il direttore, Flavia Perina, fedelissima di Fini. "Ci chiedevamo dal 29 luglio - scrive il direttore in un fondo intitolato "E da oggi siamo senza etichette" - se avesse ancora un senso la dicitura che stava sotto la nostra testata "quotidiano nel Pdl" perché dopo il documento di espulsione delle idee di Fini dal Pdl era per noi evidente che quella didascalia non valeva più. Cancellarla anche formalmente oggi, nella prima edizione dopo Mirabello, è un tributo alla chiarezza".
Secolo senza etichette "Se le idee di Fini - prosegue Perina - non sono più nel perimetro che la classe dirigente del Pdl ha tracciato a sua tutela è difficile che ci possano stare le nostre. E allora liberi tutti: nel mare aperto che sempre ci è piaciuto e che tanto ha irritato i colonnelli di An che contro questo Secolo hanno sempre manifestato un’avversione sorda, anche quando ostentavano fedeltà a Gianfranco Fini". "Un Secolo senza etichette e senza diretti collegamenti di partito per adesso va benissimo".
Verso una nuova didascalia "Magari - conclude la Perina - domani arriverà
un’altra didascalia, un diverso segnale di appartenenza a un progetto politico: ma siamo sicuri, dopo le parole di Fini, che stavolta non succederà più che qualcuno alzi il telefono per dirci ’non è questa la linea".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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