Guerre, ambiente e inflazione. Il primo discorso di Re Carlo III all’apertura della nuova sessione parlamentare

Carlo III ha pronunciato il suo primo discorso da allo State Opening of Parliament, focalizzando l’attenzione sulle guerre in Ucraina e a Gaza

Guerre, ambiente e inflazione. Il primo discorso di Re Carlo III all’apertura della nuova sessione parlamentare
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Carlo III ha appena fatto il suo “debutto” da sovrano alla cerimonia dello State Opening of Parliament, accompagnato dalla regina Camilla. Quest'ultima, per l'occasione, ha riciclato l'abito dell'incoronazione, disegnato da Bruce Oldfield. Inoltre ha indossato il George IV State Diadem da 1333 diamanti, realizzato per l'intronizzazione di George IV, nel 1820. Il gioiello portato tradizionalmente dalle Regine consorti, fu uno dei preferiti di Elisabetta II, che lo sfoggiò per la sua prima cerimonia d'apertura del Parlamento, nel 1952. Il discorso pronunciato da Carlo, come era prevedibile, è iniziato proprio con un tributo alla defunta madre. Non è stato solo la lettura dell’agenda di governo per il prossimo anno, ma anche una dichiarazione d’intenti sull’ambiente e sulle guerre in Ucraina e a Gaza. Il sovrano, come da tradizione, ha indossato la Imperial State Crown, che non vedevamo sulla testa di un monarca, al Palazzo di Westminster, dal 2016, quando Elisabetta II la sfoggiò per l’ultima volta. Dopo più di 70 anni è un Re, un uomo, a inaugurare la nuova sessione parlamentare e non è mancata qualche protesta al grido di "Not my King".

La “devozione” di Elisabetta II

Re Carlo III ha iniziato il suo discorso di fronte al Parlamento britannico alle 12.35 (ora italiana). Tredici minuti durante i quali Sua Maestà ha illustrato il programma di governo, ma anche dato delle linee guida per il regno a cui intende dar vita. Non poteva mancare, come incipit dell’intervento, il tributo a Elisabetta II e alla sua “eredità di servizio e di devozione al suo Paese”. Il Re ha poi riconosciuto “le sfide a lungo termine” che il Regno Unito dovrà affrontare a causa del Covid, dell’invasione russa in Ucraina e della guerra israelo-palestinese, sottolineando che il governo dovrà prendere “delle decisioni difficili ma necessarie sul lungo periodo per cambiare in meglio il Paese”.

Parlando delle questioni riguardanti l’inflazione e il costo della vita, il sovrano ha dichiarato: “[Il governo continuerà] ad agire per far abbassare l’inflazione, allentare il costo della vita per le famiglie e aiutare le aziende a finanziare nuovi lavori e investimenti”. Carlo ha anche menzionato la Brexit, sostenendo che il governo avrà il compito di “adottare delle misure che rendano l’economia più competitiva” e si è soffermato sulla necessità di stabilire “nuove strutture giuridiche per supportare lo sviluppo commerciale sicuro” nel campo delle tecnologie rivoluzionarie, ma non prive di rischi, come l’intelligenza artificiale.

Pensando all’ambiente e anche alla salute dei cittadini, Carlo III ha affermato che il governo ha intenzione di “dar vita a una generazione di non fumatori”, restringendo pian piano la vendita di tabacco e di sigarette elettroniche. Inoltre ha promesso “sentenze più dure” per i reati più gravi.

Dal rispetto per l’ambiente alle guerre

Il discorso di Re Carlo III ha valicato i confini nazionali, ricordando i due conflitti che stanno tenendo il mondo con il fiato sospeso, ovvero quello in Ucraina e quello tra israeliani e palestinesi: “I miei ministri lavoreranno a contatto con i partner internazionali per supportare l’Ucraina, rafforzare la Nato e risolvere le sfide più pressanti sulla sicurezza. Ciò include le conseguenze degli atti barbarici di terrorismo contro il popolo di Israele, facilitando l’aiuto umanitario a Gaza e supportando la causa della pace e della stabilità in Medio Oriente”.

Il sovrano ha concluso il suo discorso menzionando l’impegno per l’ambiente, dichiarando che il governo “continuerà ad agire per contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità”. I ministri dovranno impegnarsi nella ricerca e nello sviluppo di “energie rinnovabili”.

Carlo III è stato contestato in Parliament Square da circa 500 militanti, sorvegliati dalla polizia, che hanno espresso il loro disappunto nei confronti della monarchia al grido di “Not my King”. La loro manifestazione, però, è passata decisamente in secondo piano, oscurata dal significato storico di questa giornata.

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