Carlo bullizzato: "Lo prendevano a pugni e gli tiravano le orecchie"

L’adolescenza di re Carlo III non è stata facile e un nuovo documentario ricorda gli episodi di bullismo di cui fu vittima da ragazzo

Carlo bullizzato: "Lo prendevano a pugni e gli tiravano le orecchie"

Un ragazzo timido, introverso, vittima della crudeltà codarda e dell’invidia dei bulli. Una storia purtroppo già sentita molte volte. Troppe, per la verità. Se, poi, il bersaglio delle angherie è stato il giovane, futuro re Carlo III, la vicenda sembra incredibile. Un nuovo documentario torna sugli anni più difficili del sovrano, sulla sua adolescenza tutt’altro che spensierata che, inevitabilmente, plasmò la personalità di Sua Maestà.

“L'orgoglio per aver colpito il futuro re”

All’età di 13 anni il giovane principe Carlo venne mandato nello stesso collegio in cui aveva studiato suo padre, il principe Filippo, ovvero la Gordonstoun School, in Scozia. Vi sarebbe rimasto fino al 1967. Gli anni trascorsi nel collegio, però, non furono dei più felici. Un nuovo documentario di Itv, “Charles, Our New King”, citato dal Mirror, riporta dettagli dolorosi di quel tempo, in cui Carlo sarebbe stato costantemente preso di mira dai bulli.

A questo proposito John Stonborough, che frequentò quella stessa scuola con re Carlo III, ricorda: “Uno degli errori che vennero commessi quando Carlo arrivò alla Gordonstoun fu quello di dirci di trattarlo come tutti gli altri. Ma lui non era come tutti gli altri…sarebbe diventato il re d’Inghilterra”. Questo potrebbe aver fomentato la gelosia latente di alcuni compagni e la cattiveria dei tristemente soliti bulli i quali, forse per insana pigrizia, vigliaccheria, stupidità, o innata malvagità, preferiscono impiegare il loro tempo nella sistematica distruzione del loro prossimo piuttosto che nella creazione del loro futuro.

Stonborough prosegue: “Lui aveva [accanto] un detective privato, noi non ne avevamo. E quando arrivò, vennero rafforzate le regole, la scuola divenne più severa e penso che alcune persone si siano sfogate su di lui. Sono stato testimone di un attacco diretto al principe Carlo durante una partita di rugby, quando lui era nella mischia e un ragazzo gli tirò le orecchie, mentre un altro lo prese a pugni…”. Stonborough riporta persino un dettaglio agghiacciante: “C’era un po’ di orgoglio, poiché in qualche modo queste persone erano riuscite a colpire il futuro re d’Inghilterra”.

Pochi amici

A quanto pare Carlo avrebbe avuto pochi amici in collegio. Il testimone spiega: “Aveva difficoltà a farsi degli amici, in parte perché le persone trovavano difficile fare amicizia con lui, visto che venivano presi in giro se ci provavano”. Quelli che osavano diventare “amici del re” avrebbero subito abusi e atti di bullismo molto pesanti. Carlo, dal canto suo, avrebbe affrontato tutto con grande forza d’animo: “Era sorprendentemente stoico. Non si è mai lamentato, non ha mai pianto…sopportava, andava avanti e penso che Gordonstoun abbia forgiato [il suo carattere]”.

Re Carlo III non ha mai parlato male del collegio, anzi, ne ha lodato la qualità dell'insegnamento. Inoltre all’epoca dei fatti neppure i suoi genitori lo avrebbero difeso. Di certo, stando alle ricostruzioni, non il principe Filippo che, anzi, non avrebbe mai davvero accettato la personalità timida e introversa di Carlo. Il giovane, futuro re d’Inghilterra sarebbe stato più interessato all’arte e alla letteratura, passioni trasmesse dalla Regina Madre, che allo sport. Qualcosa che il principe consorte, da uomo di cultura ma anche, diciamo così, d’azione, non avrebbe compreso fino in fondo.

Le disavventure del re narrate nel documentario non sono del tutto nuove. Nel 2021 la biografa Ingrid Seward rivelò che anche suo marito, Ross Benson, aveva frequentato Gordonstoun e si era ritrovato nella stessa classe dell’allora erede al trono: “Se eri amico di Carlo venivi accusato di essere un leccapiedi. Se non eri suo amico ti chiamavano bullo e Carlo è stato bullizzato lì”. L’esperta raccontò un aneddoto di quel periodo: “…Il principe Carlo russava e [dormiva] in uno di quei letti accanto alla finestra, che veniva lasciata aperta tutta l’estate.

Così i ragazzi del dormitorio di sopra calarono un magnetofono per registrarlo mentre russava e avrebbero tentato di vendere il nastro del “futuro re che russava”. Potete immaginare [cosa accadde] quando il preside lo scoprì”.

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