I punti chiave
Per William e Harry la morte di Lady Diana è stata un trauma. Nel 1997, anno in cui la principessa scomparve, i due principi erano ancora dei bambini che nel giro di una notte si ritrovarono senza madre. Un evento destabilizzante per chiunque. Il duca di Sussex ci ha messo anni per elaborare il lutto e, forse, c’è ancora una parte di lui che non ha superato il dolore della perdita. Durante l’intervista al programma “60 Minutes”, della Cbs, Harry ha raccontato la sua incredibile reazione all’assenza della madre, un pensiero che lo ha accompagnato per tutta l’adolescenza.
“Rifiutavo di accettare che fosse morta”
Di fronte a Anderson Cooper, lo scorso 8 gennaio, il principe Harry ha ricostruito il periodo successivo alla morte di Lady Diana, avvenuta il 31 agosto 1997 nel Tunnel dell’Alma: “Rifiutavo di accettare che fosse morta”. Comprensibile, soprattutto per un bambino che, all’epoca dei fatti, non aveva neanche 13 anni. Forse per tentare di reagire a un colpo così forte il duca sostiene di aver iniziato a pensare che Diana avesse “deciso di scomparire per un po’ di tempo”, simulando la sua morte. Un’idea fantasiosa che sia Harry, sia William avrebbero coltivato per “molti anni”.
“Forse fa tutto parte di un piano”, ha raccontato di aver pensato Harry dopo l’incidente. “Avevo grandi speranze” che la principessa sarebbe tornata, sarebbe riapparsa un giorno, dal nulla. A questa rivelazione Anderson Cooper ha ribattuto:“Nel libro scrivi: ‘Me lo dicevo spesso come prima cosa al mattino, forse questo è il giorno. Magari è il giorno in cui lei riapparirà”.
Diventando adulti, però, il duca di Sussex e il principe di Galles abbandonarono queste idee consolatorie, sulle quali si erano adagiati, forse per percepire un po’ meno la sofferenza. In “Spare. Il Minore” Harry ricorda che all’età di 23 anni andò a Parigi, per vedere la semifinale della Rugby World Cup. In quell’occasione avrebbe chiesto all’autista assegnatogli di attraversare il Tunnel dell’Alma alla stessa velocità della Mercedes su cui viaggiava Lady Diana quella notte di fine estate: “Avevo bisogno di fare questo viaggio”, ha dichiarato il principe a Cooper. “Avevo bisogno di percorrere la stessa strada”.
Colpa dei paparazzi?
Nell’intervista per la Cbs il principe Harry ha rivelato di non essere mai stato così convinto della ricostruzione della dinamica dell’incidente che, a suo dire, presenterebbe "molte lacune”. A Tom Bradby di Itv il principe ha commentato: “Nel tunnel dell’Alma non c’era alcun pericolo che qualcuno potesse perdere il controllo di un’auto anche dopo aver bevuto un drink o due, a meno che non si fosse completamente accecati”. Secondo il duca i paparazzi, che quella notte avrebbero inseguito Diana, potrebbero essere i responsabili, seppur rimasti impuniti, dello schianto della Mercedes contro il tredicesimo pilone del tunnel: “Le persone principali responsabili [della morte di Lady Diana] se la sono cavata tutte”.
Harry ha raccontato a Cooper di aver potuto visionare i documenti secretati relativi alla morte di Lady Diana. In quel fascicolo vi sarebbero state anche foto della principessa morente: “Avevo saputo che erano state scattate delle foto. Lì ho cominciato a capire la responsabilità dei paparazzi che la inseguivano…Tutto ciò che vidi fu la nuca con i capelli biondi di mia madre riversa sul sedile posteriore”.
Il suo segretario privato gli avrebbe sconsigliato di vedere altre immagini ben più esplicite. Infine, con rassegnazione, Harry ha aggiunto: “L’ultima cosa che mia madre vide fu il flash delle macchine fotografiche”.
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