"Trasfusione o rene, ero il pezzo di ricambio di William". La frase choc di Harry

Nel libro di memorie Harry sostiene di essere venuto al mondo per aiutare William qualora avesse avuto bisogno di una "trasfusione di sangue" o di un "rene"

"Trasfusione o rene, ero il pezzo di ricambio di William". La frase choc di Harry

Il titolo del libro autobiografico del principe Harry è fin troppo evocativo. “Spare” in inglese significa “di scorta”, “di ricambio”, “di riserva”. Così si sarebbe sentito il duca tutta la vita. Un’ombra del fratello destinato, invece, a regnare: “the heir and the spare” (“l’erede e la riserva”), come si dice tra le teste coronate. Nel memoir questa sorta di complesso di inferiorità viene spiegato fin dalle prime pagine. Tuttavia Harry non si limita a raccontare la vita di un eterno secondo a causa di antiche regole dinastiche, ma va oltre, sostenendo di essere un vero e proprio “pezzo di ricambio” del principe William.

La tragedia di essere un cadetto

Per il principe Harry nascere per secondo deve essere stato traumatico. O, almeno, questo è ciò che comunica ai lettori del suo libro. Questo dramma, però, non rimane sospeso tra le righe, ma prende forma attraverso parole sconvolgenti che lasciano spiazzati, talmente potenti da risultare disturbanti. Il duca di Sussex rivela qualcosa che nessuno ha mai avuto il coraggio di dire e tantomeno di mettere per iscritto (ammesso che quanto narrato corrisponda a verità).

Racconta che perfino il suo corpo sarebbe stato un insieme di pezzi di ricambio per il fratello maggiore: “Willy ha due anni più di me ed era l’erede, mentre io la riserva. Ero l’ombra, il supporto, il Piano B. Sono stato messo al mondo in caso accadesse qualcosa a Willy”. Poi aggiunge di essere stato “un diversivo”, “una distrazione” che avrebbe dovuto dare “se necessario un parte di ricambio”.

Il principe Harry non lascia alcun mistero e spiega, in maniera molto cruda, cosa intenda con"parti di ricambio": “Magari un rene. Una trasfusione di sangue. Un pezzo di midollo osseo”. Le affermazioni sono molto gravi, però a farle vacillare, almeno in parte, è un chiarimento doveroso: per motivi legati alla libertà personale, nessuno può essere costretto a fare donazioni di questo tipo. Inoltre è fondamentale il requisito della compatibilità, da ricercare attraverso test e non presente automaticamente nemmeno tra fratelli. Viene da chiedersi se il principe abbia preso in considerazione questi fatti.

Subito dopo Harry narra del trattamento ricevuto in famiglia, ricordando che Carlo e William non avrebbero mai viaggiato sullo stesso aereo, “perché non deve esservi la possibilità che il primo e il secondo in linea di successione al trono vengano eliminati. Ma a nessuno importava con chi viaggiassi io. La riserva poteva essere sostituita. Questo mi venne chiarito fin dall’inizio della mia esistenza e regolarmente ribadito”.

Una ruota di scorta

Harry ci dice anche che “non era solo la stampa a riferirsi a noi” delineando bene i presunti confini tra l’erede e il rimpiazzo, ma anche “la definizione usata” in famiglia, perfino da Lady Diana e dalla regina Elisabetta. In proposito il duca ricorda anche l’aneddoto che sarebbe legato alla sua nascita e di cui lui sarebbe venuto a conoscenza compiuti i vent’anni. Vedendolo per la prima volta l’allora principe Carlo, avrebbe esclamato, rivolto alla moglie: “Meraviglioso! Mi hai dato l’erede e la riserva. Il mio lavoro è finito”. Dopo aver raccontato l’episodio Harry scrive: “[Fu] uno scherzo, forse”, ma “pochi minuti dopo aver fatto quella scena, si dice che papà sarebbe andato a incontrare la sua amichetta”.

Il principe risponde al quesito che, a questo punto, potrebbe risuonare nella mente del lettore e cioè come avrebbe reagito a questo presunto atteggiamento nei suoi confronti: “Non mi sentivo offeso. Non provavo assolutamente niente. La linea di successione è come il meteo, o la posizione dei pianeti, o l’alternarsi delle stagioni. Chi ha tempo di crucciarsi per cose che tanto non si possono cambiare?...Essere un Windsor significava…sapere per istinto chi eri, il che si riduceva...a essere per sempre il sottoprodotto di chi non eri. Io non ero la nonna. Non ero papà. Non ero Willy. Ero terzo nella linea di successione dietro di loro.

Almeno una volta nella vita ogni ragazzo e ragazza immagina di essere un principe o di una principessa. Quindi, rimpiazzo o meno, non era poi tanto male. E aggiungo: rimanere fermamente dietro le persone che ami non è forse la definizione dell’onore? O dell’amore?”.

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