"Troppa acqua". La nuova teoria sulla morte di Bruce Lee

Lo studio è stato condotto da un team di ricerca spagnolo coordinato da Priscila Villalvazo

"Troppa acqua". La nuova teoria sulla morte di Bruce Lee

Bruce Lee potrebbe essere morto per aver ingerito una quantità eccessiva di acqua: questo, per lo meno, secondo lo studio condotto da un team di ricerca spagnolo e pubblicato sul Clinical Kidney Journal.

La nuova teoria

Il famoso esperto di arti marziali, quindi, non sarebbe deceduto a causa di una reazione allergica seguita all'assunzione di Equagesic, farmaco composto da meprobamato e aspirina che gli era stato fornito come antidolorifico dall'attrice e amica Betty Ting Pei nella sua casa di Hong Kong.

A causare l'edema cerebrale che avrebbe provocato il decesso dell'attore, secondo gli autori della ricerca, potrebbe essere stata l'iponatremia, vale a dire "l'incapacità da parte dei reni di espellere l'acqua in eccesso". L'elevato livello di liquidi nell'organismo di Bruce Lee sarebbe stato anche il risultato di una dieta basata sul consumo di succhi e bevande a base di carota e mela, confermato dalla stessa moglie Linda. Anche Matthew Polly, autore della biografia "A Life" realizzata nel 2018, ha fatto riferimento al ripetuto consumo di acqua proprio la sera della sua morte.

"Ipotizziamo che Bruce Lee sia morto per una forma specifica di disfunzione renale", spiegano gli autori dello studio, ovvero a causa della "incapacità di espellere abbastanza liquidi per mantenere l'omeostasi dell'acqua". "Ciò può portare a iponatremia, edema cerebrale e morte entro poche ore se l'assunzione di acqua in eccesso non è accompagnata dall'escrezione tramite le urine", spiegano gli esperti. Una situazione, quella ricostruita, "che è in linea con la sequenza temporale della morte di Lee".

Il fatto che un eccessivo consumo di acqua sia stato notato proprio poche ore prima del decesso, come se si trattasse di un evento straordinario, sarebbe, secondo i ricercatori, un'ulteriore elemento di convalida della teoria.

Oltre ciò, l'esperto di arti marziali faceva uso di cannabis, la cui assuzione incrementa la percezione della sete. Nella biografia di Matthew Polly si fa in effetti riferimento all'uso ripetuto della sostanza proprio nel giorno della morte, 20 luglio 1973.

"Ironia della sorte, Lee ha reso famosa la citazione 'Be water my

friend'", conclude ironicamente il team di studiosi del Dipartimento di Nefrologia e Ipertensione (IIS-Fundacion Jimenez Diaz UAM) di Madrid, "ma l'acqua in eccesso sembra averlo ucciso alla fine".

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