Harry perde la battaglia per la scorta: il giudice dà ragione al Ministero dell'Interno

La decisione del Ministero dell’Interno britannico di privare Harry della sicurezza è legittima: lo ha stabilito l’Alta Corte di Londra

Harry perde la battaglia per la scorta: il giudice dà ragione al Ministero dell'Interno
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Brutto colpo per il principe Harry. L’Alta Corte di Londra ha stabilito che la decisione di revocargli la scorta, presa nel febbraio 2020 dall’Executive Committee for the Protection of Royalty and Public Figures (Ravec) non verrà modificata. La motivazione della sentenza poggia le basi sul cambio di residenza del duca e della sua famiglia. I Sussex, infatti, non vivono più nel Regno Unito, dunque non avrebbero più diritto alla scorta pagata dai contribuenti britannici.

Harry sconfitto

Il principe Harry non riavrà la scorta persa con la Megxit. Lo ha appena stabilito l’Alta Corte di Londra dopo aver esaminato, lo scorso dicembre, il ricorso preparato dagli avvocati del duca. I legali, infatti, avevano contestato la scelta dell’Home Office di revocare il servizio di sicurezza ai Sussex dopo le dimissioni da membri senior della royal family, definendola “un’ingiustizia”. Per la precisione è stato il Ravec, comitato gestito dall’Home Office, che si occupa della security dei reali, a stabilire che il duca, sua moglie e i suoi figli non potessero più contare su questo privilegio. Eventuali eccezioni sarebbero state valutate “caso per caso”, avevano sottolineato dal Ministero.

L’avvocatessa di Harry, Shaheed Fatima, aveva ribattuto: “Una decisione caso per caso comporta un’estrema insicurezza”, aggiungendo: “Il Ravec avrebbe dovuto prendere in considerazione l’impatto che un attacco riuscito avrebbe avuto sul ricorrente, tenendo presente il suo status, il background, il profilo all’interno della royal family, in cui è nato e alla quale apparterrà per il resto della sua vita, il suo costante lavoro di beneficenza e il servizio al pubblico”.

Considerazioni respinte dall’Home Office, secondo cui “la posizione [di Harry] è significativamente cambiata”, con le dimissioni dalla royal family e il trasferimento negli Stati Uniti, di conseguenza anche il diritto alla scorta parte ormai da presupposti diversi. Il Ministero ha organizzato tutta la linea difensiva proprio attorno a questi due punti, cioè la Megxit e il cambio di residenza dei Sussex, che renderebbero nullo il diritto di Harry alla sicurezza pagata dai contribuenti britannici.

“Interpretazione inappropriata”

Il giudice dell’Alta Corte Sir Peter Lane ha spiegato le motivazioni della sentenza in un documento di 52 pagine, evidenziando che la decisione del Ravec “non è scorretta”, come riporta il Guardian. Al contrario, il giudice sostiene che da parte dei legali di Harry vi sarebbe stata “una interpretazione inappropriata e formalista del procedimento [di revoca della sicurezza attuato] dal Ravec”.

Lane ha anche spiegato: “Il procedimento ‘personalizzato’ studiato per il richiedente [e attuato] il 28 febbraio 2020 era ed è giuridicamente valido”, poiché le regole stabilite per l’assegnazione della security sarebbero state formulate tenendo conto delle esigenze e dei rischi che riguardano “i residenti in Gran Bretagna”. Harry e Meghan vivono in California, quindi la loro situazione “non si adatta facilmente a questo contesto”.

L’Alta Corte ha anche stabilito che il Ravec non può accettare l’offerta “di rimborso o di finanziamento della sicurezza” da parte del principe, rifiutando l’affermazione secondo cui “la protezione privata non è efficace”.

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