I post pro Palestina e l'attivismo di Ghali dal resort di lusso in Costa Smeralda

Immagini terribili di bombardamenti e la tragedia della Palestina sui social di Ghali, il tutto dalle assolate spiagge dell'esclusiva Costa Smeralda

I post pro Palestina e l'attivismo di Ghali dal resort di lusso in Costa Smeralda
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Come rimarcare il proprio status-symbol d'estate se non facendosi vedere in giro per la Costa Smeralda? Il paradiso sardo, tanto amato dall'Aga Khan e da quelli che realmente contano, continua ad essere una meta ambitissima da tutti. Lo sa benissimo anche Ghali, il rapper attivista, che in queste ore è stato avvistato in un resort 5 stelle della Costa. E così, tra una condivisione per la Palestina e un'altra, l'idolo dei giovanissimi di sinistra non disdegna di frequentare quelle zone simbolo del capitalismo tanto criticate da chi lo segue sui social e lo ama per la sua musica e le sue battaglie iper progressiste.

Il rapper è atteso domani al Red Valley Festival di Olbia, quindi la sua presenza sull'isola è certamente giustificata da impegni lavorativi ma la scelta del resort di lusso è in antitesi con la sua missione. Nessuno dice che Ghali avrebbe dovuto scegliere un ostello per riposarsi dalle fatiche estive. Ma portare avanti la narrazione indignata per quanto sta accadendo in Palestina dal tavolino vista mare o dalla sdraio di una struttura di lusso è quanto meno ipocrita. Anche perché nel suo profilo per il momento non c'è traccia della sua presenza in Costa Smeralda, tra una storia sul Medio Oriente e un'altra probabilmente non ha avuto tempo di fotografare la bellezza delle spiagge in cui sta trascorrendo questi giorni a ridosso di ferragosto.

Ma non stupisce il comportamento di Ghali, perché questo è l'atteggiamento dei più comuni esponenti dell'ala degli indignados che, smartphone in mano, dai social guadagnano interazioni e like, in televisione fanno i paladini delle cause più delicate. Ma poi nel loro privato si muovono nel modo opposto. Che, poi, Ghali ha i soldi e se lo può permettere. Il punto, infatti, non è tanto questo quanto piuttosto l'ipocrisia di chi cerca di conquistare posizionamenti con cause umanitarie per poi non impegnarsi attivamente, concretamente, in prima persona per la causa. Postare foto di bombardamenti, bambini feriti o peggio, dalle spiagge più esclusive della Sardegna non è difficile, lo può fare chiunque.

Chissà cosa pensa di lui la base che lo segue, che è formata per lo più dai giovanissimi idealizzati nelle moderne comuniste, che criticano il capitalismo e tutto ciò che ne è espressione.

Che nelle loro esternazioni fanno trapelare tutto l'odio verso le economie occidentali, colpevoli di impoverire il resto del mondo. Forse è questo il motivo per il quale non si mostra nel simbolo per eccellenza del lusso estivo ma continua a condividere post neutri incentrati sulla tragedia palestinese.

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