Kate e la "maledizione" della principessa del Galles

Dopo la notizia della malattia di Kate sul web alcuni hanno iniziato a parlare di una presunta “maledizione” che colpirebbe le principesse di Galles

Kate e la "maledizione" della principessa del Galles

In questi giorni molto complicati per la royal family qualcuno, per tentare di spiegare le sventure che si susseguono nella monarchia britannica dalla morte della regina Elisabetta, ha evocato l’ombra inquietante di una “maledizione” che si abbatterebbe sulle principesse del Galles, a partire da Lady Diana e da Kate Middleton. Altri sono andati anche oltre, sostenendo che Nostradamus avesse previsto tutto e che le malattie che hanno colpito Carlo III e la nuora non siano altro se non le premesse dell’imminente caduta della Casa Windsor. Ma siamo proprio sicuri che tutte queste teorie abbiano un fondamento di verità e non siano, al contrario, delle suggestioni che ci aiutano a dare un perché a cose che apparentemente accadono senza motivo?

La "maledizione" delle principesse di Galles

Sul web c’è chi si riferisce al cancro della principessa Kate come a una sorta di “maledizione”. Termine, questo, che ha diverse sfaccettature: possiamo usarlo in senso metaforico, poetico, oppure dandogli il suo concreto significato legato a un destino infausto che, per qualche motivo, perseguiterebbe un determinato tipo di persone. Nel caso di Kate Middleton la parola è stata usata in entrambe le accezioni. Il senso più romantico ci interessa poco, ma quello di una presunta vera sfortuna che avrebbe colpito la moglie di William solo perché è diventata principessa del Galles presenta dei punti di vista non trascurabili.

Alcuni, infatti, sostengono, in maniera più o meno velata, che questo titolo porti con sé tutti i dolori delle donne che se ne sono fregiate in passato, in particolar modo quelli di Lady Diana. Come se le parole “principessa del Galles” si fossero caricate di chissà quale energia negativa che si sprigiona quando il titolo torna a essere usato. Lo stesso tipo di ragionamento che sta alla base, per esempio, della presunta maledizione del diamante Hope. Lo schema si ripete quasi immutato in tutti i casi di questo tipo. C’è del materiale per un romanzo, o per un film, ma per la vita vera il discorso è tutt’altro.

Da Caterina d’Aragona a Maria di Teck

La "maledizione" presuppone che donne vissute in tempi diversi, con quasi nessun legame tra di loro, a parte il titolo e, nel caso di Diana e Kate, la parentela, possano essere accomunate dalle disgrazie. Ma la sofferenza accomuna tutti gli esseri umani, senza distinzione di ceto. In realtà siamo noi a suggestionarci con l’idea che le persone famose e molto popolari non possano essere sfiorate dai problemi quotidiani. Siamo noi a metterle su un piedistallo come fossero degli dei moderni, perché ci rassicura pensare che qualcuno possa sfuggire alle miserie umane.

Di conseguenza siamo sempre e ancora noi ad ammantare un oggetto o un nome, per natura neutri, con certe sensazioni, che si tratti del titolo di principessa del Galles o del diamante Hope. Detto in altra forma: la malattia di Kate, come la morte di Diana, ci mettono di fronte a realtà che vorremmo dimenticare e che riguardano tutti, ovvero, appunto, la malattia e la morte. Nel caso concreto delle principesse del Galles basterebbe andare a leggere le notizie biografiche riguardanti le reali che hanno portato questo titolo, che esiste dal 1282: non c’è proprio nessun segno tangibile che possa far pensare a una “maledizione”.

Per esempio è vero che Caterina d’Aragona (1485-1536) non ebbe una vita semplice, poiché le toccò in sorte come marito Enrico VIII (in carica dal 1509 al 1547), il quale fece annullare il matrimonio per sposare Anna Bolena. Questo ripudio ebbe come conseguenza lo scisma dell’Inghilterra dalla Chiesa cattolica. Tuttavia, se ci pensiamo bene, anche Maria di Teck (1867-1953), moglie di Giorgio V e nonna di Elisabetta II, divenne principessa del Galles nel 1901. La sua vita, però, non fu segnata da chissà quali tragedie personali. Il figlio, Edoardo VIII, abdicò per sposare Wallis Simpson, ma questa fu una decisione personale del Re, avvenuta quando Maria era ormai una Regina Madre. La presunta “maledizione” non può contare neppure sul fatto che nella Storia ci siano state solo 12 principesse del Galles. Molti eredi al trono, infatti, si sono sposati una volta messa la corona sul capo. Niente di strano, insomma.

La “maledizione” delle regine Catherine

“Le cinque omonime di Kate hanno avuto un destino infelice e spesso sono state trattate male dai loro mariti”, ha dichiarato l’autore Bob Casey, citato dall’Express. Di Caterina d’Aragona abbiamo già parlato, ma nel 1540 Enrico VIII sposò in quarte nozze un’altra Caterina, ovvero Catherine Howard (1524-1542). La donna fu arrestata e portata nella Torre di Londra nel 1542, con l’accusa di tradimento e lì giustiziata il 13 febbraio dello stesso anno.

Nel 1543 ancora Enrico VIII prese una nuova moglie (la sesta), Catherine Parr (1512-1548), che morì di febbre puerperale. Va detto, però, che all’epoca del decesso la donna era ormai vedova del Re e si era risposata nel 1547. Triste destino anche per Caterina di Braganza (1638-1705), moglie di Carlo II d’Inghilterra (in carica dal 1660 al 1685), Regina impopolare sia per la sua fede cattolica, sia perché non diede alcun erede alla Corona.

Questo basta per parlare, stavolta, di una “maledizione” del nome Catherine? Assolutamente no. Tutte queste sovrane portarono casualmente un nome molto comune e furono vittime del loro tempo, in cui certo non erano contemplati i diritti femminili e di un Re, Enrico VIII, che non esitò mai a trattarle alla stregua di oggetti.

Il destino di Carlo

Con il nome di Carlo si è verificata una situazione analoga. Nel 2020 diversi esperti pensarono che il primogenito della regina Elisabetta, una volta salito al trono, avrebbe scelto un altro nome per regnare, per esempio Giorgio, in onore del nonno. Infatti Carlo era considerato un nome sfortunato, poiché Carlo I (in carica dal 1625 al 1649) morì decapitato il 30 gennaio 1649, in seguito alla Guerra civile che portò alla Repubblica di Cromwell, Carlo II (marito di Caterna di Braganza, in carica dal 1660-1685) non è tra i sovrani più importanti della storia inglese.

Dove sarebbe la "maledizione"? Carlo I morì in seguito a una ribellione, come ne accadevano molte in passato. Carlo II, suo figlio, pagò le conseguenze dei disordini politici. Carlo III, purtroppo, si è ammalato di cancro, una circostanza disgraziatamente molto comune oggi. Non c’è nulla che li accomuni. Tuttavia alcuni insistono nel dire che questa fase sventurata per la royal family sia il segno dell’imminente tramonto della monarchia britannica. Sul web sono tornate a circolare le sempreverdi quartine di Nostradamus il quale, oltre a non aver mai dimostrato di avere doti di chiaroveggenza, di certo non aveva neanche il dono della chiarezza.

Le sue “profezie” sono talmente vaghe da risultare applicabili indiscriminatamente a molte circostanze del passato e del presente. Quella di cui sarebbe protagonista la monarchia inglese dice che “il Re delle isole sarà deposto e rimpiazzato da uno senza il segno di un Re”. Che vorrebbe dire? Proviamo un’interpretazione: “il Re delle isole” potrebbe essere Carlo? Non regge: questi ha il cancro, non corre il rischio di essere spodestato, perché al momento non ci sono insurrezioni nel suo regno. Colui che “non ha il segno di un Re” potrebbe essere Harry, visto che non fa più parte della royal family?

Poco o per nulla convincente: non dimentichiamo che il duca di Sussex ha ancora i titoli e il suo nome fa ancora parte della linea di successione.

Senza contare che, dopo Carlo, il regno non sarà finito: sarà il turno di William, l’erede al trono e poi del piccolo George. Non ci sono maledizioni, solo umane difficoltà che i Windsor stanno cercando di superare, come fanno tutti.

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