Ma meno male che c'è Sangiovanni, che in mezzo alla felicità caramellosa di Sanremo Sangiovanni (il cantante, non il santo) ha dichiarato la depressione, la tristezza, la fragilità mentale, e che non sa se ce la farà andare a andare avanti. Ha detto «non ho paura di dirlo», e sono usciti fuori haters, detrattori di ogni tipo, promoter della vita giuliva, del vitalismo senza se e senza ma, mentre a me basta vedere un'intervista per sentire dire a Emma che è sempre felice, qualsiasi cosa faccia, beata lei, non Sangiovanni.
Andate su Instagram, il social della felicità (e della ricchezza ostentata), cercate qualsiasi cantante (ma anche non solo cantanti), e sono tutti lì a raccontarci nelle storie quanto stanno bene, in che bel posto si trovano, e è come se l'unico messaggio da comunicare è stare bene, essere felici, alla faccia degli altri, ma tutti li copiano, per cui tutti pubblicano i loro momenti felici, la depressione non è contemplata, se sei depresso è colpa tua. Sangiovanni ha detto, riportato ora nel Vangelo secondo Parente: «Anche gli uomini sono fragili, non ho paura di dirlo», ma certo che sì, anche gli uomini, anche le donne, non è certamente questione di sesso, ma almeno Sangiovanni ha rotto lo specchio deformante di questa finzione dell'essere tutti felici, del comunicare agli altri di essere felici, cosa che trovo molto deprimente perché o è stupida o è falsissima.
D'altra parte, in generale, la felicità stessa è un'invenzione umana, come puoi essere felice quando sai che tutto ciò
che amerai lo perderai? E pure fossi solo, che tutto ciò che sei finirà? Per quanto mi riguarda un applauso a Sangiovanni, e se passi da me, Sangiovanni, ti posso consigliare dei farmaci per stare meglio, cioè meno peggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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