I punti chiave
Il matrimonio della principessa Iman, avvenuto lo scorso 12 marzo, ha destato grande curiosità anche nel mondo occidentale. Re Abdallah e la regina Rania di Giordania sono riusciti a dar vita a una celebrazione sontuosa, da “Mille e Una Notte”, che ha affascinato il pubblico sulle due sponde del Mediterraneo. Il vero punto di forza del royal wedding, però, sta nella sua doppia natura rispettosa della legge e della consuetudine islamica ma, nello stesso tempo, attenta al gusto e al glamour occidentali. Queste nozze non sono solo la celebrazione degli sposi, ma anche, in un certo senso, una dichiarazione politica implicita, attraverso la quale i reali giordani hanno sottolineato la loro identità cosmopolita e la volontà di portare avanti il dialogo tra Medio Oriente e Occidente.
La Notte dell’Henna
Lo scorso 8 marzo, al Palazzo Al-Husseniya, si è svolto l’Henna Party dedicato alla principessa Iman. Si tratta, in sostanza, di un addio al nubilato, benché tale definizione risulti piuttosto riduttiva. Nel mondo arabo la Festa dell’Henna, conosciuta anche come Notte dell’Henna, è un rito di passaggio che coinvolge esclusivamente le donne. La sposa si prepara ad abbandonare la casa di famiglia per andare a vivere con il futuro marito, una situazione che genera sentimenti contrastanti, in bilico tra la felicità e la nostalgia. Si chiude un capitolo della sua vita affinché se ne possa aprire un altro, che rappresenta l’ingresso nell’età più matura.
A questa festa partecipano amiche e parenti della ragazza che sta per sposarsi e tutte si fanno tatuare con l’henné mani, braccia e piedi. Non si tratta di semplici arabeschi (comunque temporanei), ma di simboli protettivi e di augurio per una vita felice. È un momento in cui religione, tradizione e anche superstizione si fondono tra loro. Alcune delle donne invitate alla Notte dell’Henna in onore di Iman hanno accolto la principessa, la regina Rania e la fidanzata dell’erede al trono Husayn, Rajwa al-Saif, con la tipica “zaghroutah”, cioè il trillo a metà tra il canto e un grido acuto che le donne arabe intonano in occasioni di gioia, in particolare (ma non solo) per i matrimoni.
Per l’evento Iman ha indossato un abito candido di Reema Dahbour e la cinta di perle firmata Bruce Oldfield che la regina Rania sfoggiò al suo matrimonio, nel 1993. Il magazine Hello riporta alcuni commenti un po’ perplessi degli utenti Twitter, i quali avrebbero notato che il giorno del matrimonio sulle mani della principessa Iman e della regina Rania non c’erano tracce dei tatuaggi con l’henné. Probabilmente Sua Maestà e la figlia hanno preferito non usare la tintura, comunque disponibile per le ospiti dell’Henna Party. Una semplice scelta personale.
Il giorno delle nozze
Le nozze della principessa Iman e del businessman Jamees Alexander Thermiotis, di origine greca e venezuelana, si sono svolte il 12 marzo 2023 al Beit al-Urdun Palace ad Amman. Il look della sposa e della Regina erano tra i più attesi. Entrambe hanno scelto Dior: la principessa ha impreziosito il magnifico abito con la tiara della nonna parte, Muna al-Husayn (brand Chaumet), la sovrana con una clutch blu su cui era scritto, in arabo: “La mia Iman”.
La sposa è stata accompagnata dal fratello Husayn nella sala in cui si è svolto il rito nuziale. Il re, “wali” di Iman, (cioè il tutore legale senza il quale il matrimonio islamico non può avere luogo) è rimasto seduto a pochi metri dallo sposo e dall’imam (cioè la guida spirituale che ha il compito di officiare la cerimonia. Non è un prete, poiché nella religione islamica questa figura così concepita non esiste). Anche in questo caso si è trattato di una scelta. Nel mondo arabo-islamico i padri possono accompagnare le figlie e il rito può svolgersi sia in moschea, sia in casa.
Il fulcro di tutto l’evento, in realtà, è la firma del contratto nuziale. Quest’ultimo è l’essenza di ogni matrimonio islamico e regola diversi aspetti legati all’unione dei fidanzati, in particolare il loro consenso alle nozze, fondamentale affinché il rito sia valido e il “mahr”, cioè la dote data dallo sposo alla sposa. I testimoni di nozze della principessa Iman sono stati, dicono i tabloid, re Abdallah e i figli Husayn e Hashim. Terminata la cerimonia gli sposi recati in un’altra sala del Palazzo per dare il via al ricevimento, accolti dalla tradizionale “zaffa”. Questo tipo di musica viene suonata ai matrimoni, ma non è la stessa in ogni Paese mediorientale: ci sono, infatti, delle variazioni nelle melodie eseguite con tamburi, cornamuse e trombe.
Uno dei momenti indimenticabili del matrimonio di Iman e Jameel è stato il taglio della
torta con la spada. Dopo la festa la regina Rania ha voluto inviare, tramite i suoi profili social, un augurio speciale alla figlia: “Mia cara Iman, non è un addio se sei sempre nella mia mente e nel mio cuore”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.