Miss Italia, addio a Isabella Verney. La prima Miss del nostro Paese

Se ne è andata all'età di 98 anni Isabella Verney, la prima Miss Italia del nostro Paese. La sua storia somiglia ad una favola, a cui lei ha dato un finale inaspettato

Miss Italia, addio a Isabella Verney. La prima Miss del nostro Paese
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È scomparsa all'età di 98 anni la prima Miss Italia del nostro Paese, vincitrice dello storico concorso ideato da Dino Villani che, dal 1939 al 1941, si chiamava "Cinquemila lire per un sorriso" per poi diventare dal 1946 Miss Italia. Aveva partecipato grazie alla mamma Maria Margaria che inviò una foto della figlia 14enne alla 'Erba Gi.Vi.Emme' di Giuseppe Visconti di Modrone, produttore del famoso dentifricio. A ideare il concorso Dino Villani, un pubblicitario dalle mille idee, circondato da amici come lo scrittore Cesare Zavattini e il giornalista Orio Vergani.

Il concorso fu un successo enorme e tra le migliaia di foto arrivate, quella di Isabella colpì particolarmente, tanto che venne chiesto alla mamma di inviarne altre di quella bellissima ragazza dagli occhi azzurri, alta, sottile e delicata. La giuria riunita a Milano per decretare la vincitrice era composta da grandi nomi: Vittorio De Sica, Villani, Zavattini, Edoardo Visconti di Modrone, Marco Ramberti, i giornalisti Rino Albertarelli, Bruno Corra e Arnaldo Fraccaroli, il disegnatore Gino Boccasile, lo scrittore Leònida Repaci, Lucio Ridenti e un funzionario dell’Intendenza di Finanza. Il 30 ottobre Isabella sente alla radio il suo nome, è lei la vincitrice. Il giorno dopo la conferma con un telegramma.

Cinquemila lire per il "suo" sorriso

Arriva per lei il premio, cinquemila lire in buoni del tesoro che vengono addirittura incorniciati dalla famiglia. La vita di Isabella cambia all'improvviso, e da sconosciuta ragazzina si ritrova centinaia di persone sotto casa, visto che alla radio oltre al nome era stato fornito anche l'indirizzo della casa dove abitava con i genitori, Via Palmeri 26, quando la privacy non era ancora una parola esistente. Appaiono gigantografie del suo volto sotto i portici di Corso Vittorio, verso la stazione di Porta Nuova, che, nonostante i bombardamenti, rimarranno fino alla fine della guerra, quasi un simbolo della bellezza del nostro Paese. Nonostante per timidezza lei continua la sua vita con la scuola e lo sport, le arrivano a casa valanghe di lettere, richieste di matrimonio persino da un principe, e sembra che tutti i ragazzi italiani vogliano diventare i suoi fidanzati.

Persino i soldati al fronte in Russia, Africa e Albania giurano di avere il suo "sorriso" nello zaino. Il Centro Sperimentale di Cinematografia le offre un corso gratuito di recitazione, alcuni registi pensano a lei per i loro film, il maestro Carlo Prato, scopritore del Trio Lescano, si intestardisce a insegnarle a cantare, ma inutilmente. Lei non si entusiasma nemmeno facendo radio, al fianco della grande attrice Dina Galli. Rifiuta tutto, ma il no, come si potrebbe pensare non arriva dal padre ufficiale dell’Esercito, è proprio Isabella che non si sente di affrontare questi impegni, perché ancora troppo bambina.

La carriera da modella

Il tempo però la trasforma e dopo la guerra è una splendida mannequin per l’atelier del celebre Ventura, per cui indossa gli abiti più belli del momento. Le acquirenti sono le Crespi, le Acquarone, Wally Toscanini, le grandi famiglie milanesi. Sposa poi il giornalista Rai Carlo Cavaglià da cui ha due figli Alessandro ed Enrico. Sua mamma che con una lettera ha cambiato la sua vita, continuò ad essere la sua più grande fan, conservando tutti i ricordi e le foto di quel meraviglioso sorriso che decretò la prima Miss del nostro Paese.

Sempre molto discreta, Isabella dopo il primo periodo di grande successo preferì la vita familiare. Venne poi chiamata nel 1989 da Enzo Mirigliani, patron di Miss Italia che la invitò a Salso Maggiore per festeggiare insieme a lei i 50 anni del concorso. Indimenticabile le sue parole:

"Qualcuno deve dire alle ragazze che occorre fare sacrifici, studiare, prepararsi per andare incontro alla vita e all’attività che scelgono. Va bene lo spettacolo, ma anche qui serve una preparazione severa e la scelta di una Scuola, un’Accademia di danza, di canto, di recitazione. E poi, con sacrificio, cominciare la gavetta con obiettivi chiari. Altrimenti finiscono nel tritacarne di chi sfrutta la loro bellezza e le illude, lasciandole a mani vuote. Mi pare che Miss Italia sia una delle poche manifestazioni serie che sa mettere in evidenza il talento delle ragazze, quando lo possiedono.

Basta vedere i nomi delle miss, che lavorano ovunque. E alcune costituiscono un bell’esempio di quanto dicevo. Dopo tanti anni, partecipare a Miss Italia vale sempre la pena. Anche se io -concludeva Isabella- sono stata una Miss per caso".

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