I punti chiave
Non c’è pace per il principe Harry. Dopo il calo di popolarità e la faida con la royal family ora il duca potrebbe veder compromesso per sempre il suo lavoro in Africa. Alcuni ranger dell’ente no profit di cui è consigliere, l’African Parks, sono accusati di stupri e aggressioni in Congo. Accuse gravissime su cui l’organizzazione sta indagando e che gettano un’ombra anche sulle decisioni e sulla reputazione di Harry.
Violenze in Congo
Lo scorso 27 gennaio il Mail On Sunday ha pubblicato una notizia scioccante: diversi ranger che lavorano in Congo per la African Parks, ente benefico nato allo scopo di proteggere la natura e salvaguardare i parchi nazionali africani, sarebbero stati accusati di aggressioni, torture e stupri ai danni della popolazione indigena. Il tabloid parla di una “milizia armata” che spadroneggerebbe in quei luoghi, usando la violenza e le minacce.
La African Parks è un’organizzazione importante, che può contare sia sull’appoggio dei governi locali, sia sull’aiuto internazionale, per esempio degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, ci informa sempre il Mail On Sunday: fondata nel 2000, attualmente amministra 22 parchi nazionali in 12 nazioni, ovvero più di 20 milioni di ettari di territorio situati tra la Repubblica Centrafricana e lo Zimbabwe. Il principe Harry è stato presidente dell’associazione dal 2017 al 2023 e ora ne è consigliere. Nel 2019 espresse il suo orgoglio per il lavoro svolto, dichiarando: “…Sono estremamente grato per la chiarezza d’intenti [della African Parks] e sono più motivato che mai a fare tutto il possibile per portare avanti la missione di salvaguardia”.
Purtroppo questi buoni propositi rischiano di infrangersi contro le accuse ai ranger. Il Mail On Sunday ha condotto un’inchiesta che avrebbe portato alla luce le atrocità subìte dal popolo dei Baka, che vive nell’Odzala-Kokoua Park (Congo). Un attivista della comunità ha dichiarato: “Alcune guardie sono cattive e le loro azioni dovrebbero essere fermate. Ciò che stanno facendo è crudele e disumano”. Al popolo dei Baka sarebbe stato interdetto persino l’accesso alle foreste, da cui vengono ricavati medicamenti e cibo da secoli. Sembra che anche lo staff medico abbia subìto minacce e intimidazioni affinché tacesse sugli abusi.
“Harry deve intervenire”
La “African Parks” ha dichiarato di aver avviato un’indagine interna che ha “la massima priorità”, invitando quanti sono a conoscenza di storie e dettagli utili a parlare senza timore. Un portavoce della Archewell Foundation, ente creato da Harry e Meghan, ha assicurato: “Quando il duca è stato informato delle gravi accuse, le ha inoltrate all’amministratore delegato e al presidente del consiglio di amministrazione di African Parks, le persone adeguate per gestire i passi successivi”. Per alcuni, però, non sarebbe abbastanza.
Il Mail On Sunday ricorda che solo il 20 gennaio scorso il duca di Sussex è stato premiato a Los Angeles per il suo contributo come pilota dell’esercito britannico ai “Living Legend of Aviation Awards”. Proprio durante la cerimonia è stato menzionato il suo impegno umanitario in Africa, anche con la African Parks. Nella motivazione al riconoscimento viene sottolineata l’importanza del suo lavoro come “ambientalista” che “ha dedicato la sua vita a promuovere le cause che gli stanno a cuore e che portano a un cambiamento permanente per le persone e per i luoghi…”.
Inoltre, nel 2016, Harry lodò le capacità organizzative dell'associazione: “Ciò che vedo nel modello della African Parks è esattamente ciò che la conservazione [della natura] dovrebbe essere, mettendo le persone al centro della soluzione”. Come dimenticare, poi, che nel 2017, a Town & Country Magazine, Harry dichiarò: “[L’Africa] è il posto in cui mi sento me stesso, più che in qualunque altro luogo al mondo”. Per la verità il duca ha espresso diverse volte il suo amore per il Continente africano. Proprio appellandosi a questo sentimento, il popolo Baka avrebbe chiesto a Harry di intervenire, di prendere posizione “per fermare il dolore e la sofferenza causata alla nostra comunità”.
Lettera al principe
Stando a quanto riportato dal Mail On Sunday il principe Harry sarebbe stato avvertito dei presunti abusi dei ranger già lo scorso maggio, attraverso una lettera inviata dal Survival International, che lotta per i diritti dei popoli indigeni. In questa missiva il gruppo chiedeva al duca di “usare la tua influenza e la tua posizione per fermare questi abusi perpetrati da un’organizzazione a cui hai prestato il tuo nome”.
Peter Fearnhead, chief executive della African Parks, ha affermato senza mezzi termini
alla Survival International che l’ente benefico “non tollera comportamenti” violenti e che attuerà un rapido intervento contro i colpevoli. Mancherebbe solo un intervento più deciso di Harry.
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