È scontro totale tra Paolo Virzì e l'ex moglie Micaela Ramazzotti. A seguito della furibonda lite avvenuta lunedì scorso in un locale del quartiere Aventino, dove i due si erano incontrati per caso, sono volate denunce e controdenunce e, secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, il regista toscano avrebbe chiesto addirittura l'attuazione del "codice rosso" contro l'ex compagna e l'attuale fidanzato. Una misura cautelare che impone il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
L'ultima mossa di Virzì contro l'ex moglie
Nell'esposto presentato ai carabinieri dell'Aventino, Paolo Virzì ha denunciato Micaela Ramazzotti e Claudio Pallitto, attuale fidanzato dell'attrice, per lesioni e violenza privata. Una strada ben diversa da quella scelta subito dopo che la notizia della lite era diventata di dominio pubblico, quando il regista aveva commentato conciliante: "Desidero solo, in questo doloroso frangente, ribadire che Micaela Ramazzotti è stata per me una donna importantissima, la madre di due miei figli e un'attrice di straordinario talento, protagonista di film da me molto amati. Confido che troveremo tutti il modo di risolvere questo incidente".
Invece l'approccio morbido ha lasciato il passo a quello più deciso delle vie legali. A corredo della denuncia è finito anche il referto del pronto soccorso della figlia maggiore del regista - Ottavia, 35 anni - che, nello scontro avvenuto nel locale "L'insalata ricca" di piazza Albania in centro a Roma, ha riportato graffi e lesioni con una prognosi di cinque giorni. Virzì ha denunciato di essere "stato aggredito e colpito" e per questo avrebbe chiesto ai carabinieri di potersi tutelare, attivando la procedura del cosiddetto codice rosso, misura prevista a tutela delle fasce deboli - visto che di mezzo ci sono dei minori - che potrebbe essere seguita con urgenza dai magistrati della Procura romana.
La difesa di Micaela Ramazzotti
A documentare cosa è davvero accaduto tra le ore 22 e le 23 di lunedì 17 giugno all'interno del locale dell'Aventino, teatro della rissa degli gli ex coniugi Virzì, saranno i video raccolti dai carabinieri. I filmati delle telecamere di sorveglianza del locale, quelli girati con i telefonini da alcuni clienti del ristorante presenti al momento della furiosa lite, ma soprattutto il video girato da Ottavia Virzì, figlia maggiore del regista. Sarebbe stato proprio questo, le riprese effettuate dalla 35enne, a dare il via alla bagarre. "La figlia ha iniziato a riprendere la scena col cellulare e ad aggredirmi verbalmente. Il mio fidanzato si è interposto perché la situazione si stava scaldando, dato che il mio ex iniziava a minacciarmi e a insultarmi con parole come 'm..da', 'fai schifo'. Così ho preso il telefono della figlia e l'ho lanciato per terra. Il mio ex marito cercava di aggredirmi e il mio fidanzato tentava di parare i colpi col suo braccio", ha raccontato in una nota ufficiale Micaela Ramazzotti, dando la sua versione dei fatti. La questione passa dunque nelle mani della procura e degli avvocati, Grazia Volo a rappresentare Paolo Virzì e Annamaria Bernardini De Pace, affiancata da David Leggi, in rappresentanza di Micaela Ramazzotti.
Le indagini della Procura
A seguito delle due denunce presentate, la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine. Al momento, come riferiscono le agenzie di stampa, il fascicolo di indagine è a modello 45, cioè senza indagati e ipotesi di reato.
Al vaglio dei pm - che stanno operando su una prima informativa fornita dai carabinieri - ci sono le posizioni delle figure coinvolte nella maxi lite avvenuta all'Aventino lunedì scorso, cioè Paolo Virzì, la figlia del regista, Ottavia Virzì, Micaela Ramazzotti e il compagno, Claudio Pallitto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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