da Roma
Si muovono tra le torri d'acciaio e le fiammelle che svettano nel cielo di Gela e raccontano storie di ieri che hanno segnato la realtà economica e la politica di oggi, non solo siciliana. Sono Enrico Mattei, Adriano Olivetti, Eugenio Cefis, Mimi La Cavera, Giorgio Ruffolo, Raffaele Girotti, personaggi di un'insolita pièce teatrale per tre giorni in Sicilia (il 28 a Gela e il primo e il 2 a Palermo). «Petrolio» è infatti uno spettacolo teatrale che segue le «storie interrotte» ideate e realizzate da Fabrizio Barca, capodipartimento per le politiche di Sviluppo del ministero dell'Economia, Leandra D'Antone docente di storia contemporanea e Renato Quaglia, esperto del teatro di ricerca e innovazione, che hanno avviato, o meglio riavviato, come precisa lo stesso Quaglia, una tendenza degli anni 50, quella del teatro storico. Un'esperienza già realizzata con centinaia di rappresentazioni in Italia (promossa dal Ministero per lo Sviluppo Economico e quello della Pubblica istruzione) su cinque personaggi che hanno fatto la storia d'Italia e tutti del Sud. Di Vittorio, Luigi Sturzo, Crispi e Nitti e Menichella e la formula ha funzionato. Sono stati tanti, soprattutto giovani e studenti, che hanno conosciuto e capito cosa hanno fatto questi personaggi e dove e perché questa storia «è stata interrotta». Un esperimento di successo che adesso la presidenza dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha voluto che venisse riprodotta in Sicilia sul tema dell'energia. «Energia, Sicilia, storie interrotte» è il tema che diventa teatro e non a caso ha la sua prima al petrolchimico di Gela. Ed ecco che una Sicilia con un getto di petrolio nero serve a ricordare la storia di Mattei che volle impiantare le raffinerie in Sicilia e costringere la politica locale e nazionale a fare i conti con questo suo disegno.
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