Il mischione tra rock e classica non è certo una novità. Tra il 1968 e la metà dei Settanta ci provarono in tanti. Alcuni, come i Deep Purple franarono rovinosamente, altri come i nostri New Trolls si fecero onore ma solo alla prima botta. In tempi di vacche magre ci riprova la la Pfm, che il prossimo 23 settembre propone un concerto tra progressive rock e musica classica realizzato insieme all'Orchestra Sinfonica della Svizzera Italiana e ai Cameristi della Scala.
«PFM in classic» vedrà Franz Di Cioccio, Patrick Djivas e Franco Mussida - assieme a Lucio Fabbri, Gianluca Tagliavini e Roberto Gualdi - sul palco del Teatro degli Arcimboldi a Milano accompagnati da un'orchestra di 60 elementi, per eseguire celebri brani del periodo romantico e post-romantico in versione inedita, fra Verdi, Mascagni, Rossini, Beethoven, Mozart, Mahler o Prokofiev. «Vogliamo creare dei ponti fra la classica e il progressive, stimolare il pubblico a innamorarsi di un progetto che unisce questi due mondi e scoprire i grandi compositori da un punto di vista elettrico - ha spiegato Di Cioccio. Anche noi siamo nati con una passione per la musica classica, prima di innamorarci dei Beatles».
Il concerto sarà il punto di arrivo di un lavoro musicale che la PFM sta già portando avanti da qualche anno, «un'operazione coraggiosa che ci dà molti stimoli e che facciamo nel rispetto di una grande madre», ha commentato Mussida. Sostenuto dalla Provincia di Milano e dal Consolato Generale Svizzero in Italia, il concerto è anche l'occasione per festeggiare il 150esimo anniversario delle relazioni diplomatiche fra i due paesi e ha finalità benefica, poichè tutti i ricavi andranno al Centro di assistenza minori della Provincia. Programmato inizialmente per fine giugno al Teatro alla Scala, lo spettacolo è stato spostato «perchè non c'era abbastanza tempo per le prove», ha detto il presidente della Provincia Guido Podestà, aggiungendo che «non vorrò rinunciare a questo obiettivo per il futuro».
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