Il più grande regista? Stanley Kubrick, seguito da Spielberg

Sul sito del periodico Focus Storia hanno votato oltre 2000 lettori. Nella hit Chaplin al terzo posto e Leone al quarto

Il più grande regista? Stanley Kubrick, seguito da Spielberg

I sondaggi dicono più sull’origine di chi risponde che sull’attendibilità della risposta. Ultimo esempio: il 26 per cento degli oltre duemila lettori - «fra i venti e i quarant’anni» - del sito Focus.It della rivista Focus Storia, che hanno votato il «più grande regista cinematografico del ’900», si sono orientati su Stanley Kubrick.
I battuti sono Steven Spielberg (18 per cento dei voti), Charlie Chaplin (9), Sergio Leone (7), Quentin Tarantino, Francis Ford Coppola e Alfred Hitchcock (ciascuno col 5), Woody Allen (4), Vittorio De Sica e Martin Scorsese (3), Roberto Rossellini, George Lucas, Pedro Almodòvar, Orson Welles e Ingmar Bergman (ciascuno col 2), Oliver Stone, Fritz Lang e François Truffaut (tutti con l’1), Bernardo Bertolucci, Sergei Eisenstein e Zhang Yimou (ciascuno con lo 0%).

L’elenco comprende nomi riconosciuti e altri controversi (Allen, Almodòvar, Bertolucci, Coppola, Lucas, Stone, Truffaut, Tarantino) dalla critica. E poi esclude, per esempio, Antonioni, Autant-Lara, Bunuel, Burton, Clouzot, De Robertis, Eastwood, Fellini, Kurosawa, Lattuada, Lean, Lubitsch, Pabst, Renoir, la Riefenstahl, von Trier, Visconti, Walsh, Wilder. Si applica dunque anche in questa votazione la frase ripetuta a ogni premiazione importante: «Solo un elenco è più prestigioso che quello dei Leoni (Palme, Orsi, Oscar...): quello di chi non li hanno avuti».

Che a votare sul sito web sia il lettore giovane, è ovvio, non solo per la questione del mezzo, ma anche perché, dopo i quarant’anni, al cinema vanno in pochi. Ovvio anche che il lettore giovane voti registi in attività o morti da poco, perché di costoro ha visto i film al cinema (non in tv). Meno ovvio è - per la vulgata che s’è imposta nella cultura giornalistica italiana - che il neorealismo, mito politico più che cinematografico, esca annichilito dal sondaggio, tanto più che Focus Storia è rivista per eruditi.

Si guardino le cifre: De Sica (Ladri di biciclette, Umberto D., Miracolo a Milano) è liquidato col 3 per cento; Rossellini (Roma città aperta, Germania anno zero, Europa 51) col 2. Bertolucci, reale autore dal lato tecnico dei primi film firmati da Pasolini e unico italiano vivente dell’elenco, non ha un solo seguace su circa duemila persone presumibilmente tutte o quasi italiane. Lo stesso risultato ottengono registi ben più grandi di Bertolucci, che pure ha all’attivo dei capolavori (La strategia del ragno, Il conformista, L’ultimo imperatore). Ma Eisenstein è, soprattutto, un autore dell’epoca del muto e paga il prezzo di essere considerato corifeo di Stalin); Zhang Yimou - uno dei veri grandi dell’elenco - ha il difetto d’esser cinese per un pubblico che non riesce ad amare una cultura superiore alla sua e che s’è ripiegato nella xenofobia.

Il gusto dei lettori di Focus.It - come quello dei lettori della rivista Ciak, che spesso fa sondaggi analoghi - pare dettato non dalla consapevolezze estetica, ma dalla ricerca di un’emozione e di un’identificazione. Kubrick è stato lungamente sottovalutato da critica e pubblico quando era al culmine delle sue doti, anche perché c’era attorno a lui ben altra qualità rispetto a quella attuale. Poi, mentre il suo talento declinava, il suo prestigio cominciava a crescere.

Dai tempi di Eyes Wide Shut, l’ultimo suo film, e anche grazie al Leone d’oro alla carriera che lui nemmeno andò a ritirare a Venezia, Kubrick passa per il migliore. Ne ha tuttora i titoli, ma non per i film cari alle ultime generazioni: quanti votanti di Focus.It hanno visto al cinema i suoi capolavori, Rapina a mano armata, Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore, che sono in bianco e nero?

Di Spielberg, secondo in classifica, chi ha visto il meglio - Duel, Sugarland Express, la prima mezz’ora dell’Impero del sole - e ha capito quanto di Kubrick sia rimasto nel suo film recente più bello e più stroncato, AI Intelligenza artificiale, dolorosa autobiografia di un superdotato e della sua

infinita solitudine? I cambi di generazione, quindi di egemonia anche estetica, sono un evento naturale e Focus.It lo registra, giustamente. Il loro problema è che, con l’acqua sporca, spesso buttano via anche il bambino.

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