La pianista isolata da tutti. Giordana indaga la diversità

Fuori concorso a Locarno, "La vita accanto" sensibile film tratto dal romanzo di Veladiano

La pianista isolata da tutti. Giordana indaga la diversità
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La natura dà e punisce. Pena del contrappasso. Rebecca ha un dono. Mani di fata per suonare il piano. E un difetto. Una macchia rossa che la deturpa. La rende mostruosa. Comunque diversa. È il timbro che la isola dai coetanei e la fa sentire un'estranea perfino nella sua stessa famiglia, un agglomerato di intolleranze e insofferenze.

Di cognome fa Macola ma il romanzo di Mariapia Veladiano, cui si ispira il film di Marco Tullio Giordana - La vita accanto, presentato ieri fuori concorso al Locarno film festival - non ne fa cenno. È un'invenzione del regista che ne aveva bisogno per l'appello scolastico. «L'ho esumato da trascorsi familiari da parte di mia madre - spiega Giordana -. Quando l'autrice del testo letterario ha visto il film mi ha chiamato: Sai, non le ho dato un cognome nelle mie pagine ma nel primo manoscritto l'avevo chiamata così. Macola».

Chiamiamola telepatia letteraria. «La verità è che Mariapia Veladiano mi ha dato carta bianca. Dev'essere il tuo film, non il mio romanzo. Adattalo come meglio credi. E l'ho fatto».

Otto settimane di riprese «ma abbiamo finito con due giorni di anticipo - ironizza il regista -. Per questo mi fanno lavorare, rispetto i tempi e la produzione non paga penali. Pochi ciak e largo spazio all'improvvisazione. Perché così è la vita. Anche quando parliamo, non sappiamo che parole usiamo. La quotidianità non ha copione e fare un film non è un concetto così diverso».

Le difformità con l'opera narrativa non finiscono qui. Marco Bellocchio ha scritto la sceneggiatura con Gloria Malatesta e lo stesso Giordana e l'ha buttata lì. «Sarebbe bello inserire la figura di un accordatore di pianoforti». Detto e fatto.

Di lui non c'era traccia tra le pagine della Veladiano eppure dà un tocco di magia all'atmosfera di un film che in generale trasmette la freddezza dettata dall'isolamento in cui finisce chi, per qualche ragione, è diverso e spesso, per ciò stesso, penalizzato. Come Rebecca.

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